Le intese tra Francia e Germania sul carro MGCS e i riflessi sull’Italia

 

Dopo un lungo, complesso e travagliato percorso di convergenza dei rispettivi requisiti operativi e di coinvolgimento delle relative industrie, lo scorso 26 aprile, i ministri della Difesa francese Sébastien Lecornu e tedesco Boris Pistorius hanno siglato a Parigi, ‘l’accordo di impegno’ per la fase 1A del programma MGCS (Main Ground Combat System) destinato allo sviluppo e messa in servizio di un nuovo ‘sistema di sistemi’ per il combattimento terrestre.

Grazie a tale accordo, definito come memorandum of understanding (MoU), i Ministri della Difesa dei due Paesi hanno raggiunto un altro importante traguardo in un programma che nei piani dei due Eserciti e Ministeri della Difesa, è destinato a rivoluzionare – qualora fosse portato a termine -, la visione del futuro ‘sistema principale di combattimento terrestre’ che sarà il cardine delle relative forze di manovra all’orizzonte degli anni 2040.

Il programma MGCS è destinato allo sviluppo e messa a disposizione di un ‘sistema di sistemi’ per il combattimento terrestre destinato a rimpiazzare l’attuale generazione di veicoli corazzati rappresentati dai carri armati Leclerc e Leopard 2 all’orizzonte temporale degli anni 2040. In occasione delle dichiarazioni comuni nel settembre 2023, i due Ministri della Difesa hanno parlato del 2045

La firma dell’accordo di impegno segna, secondo quanto annunciato dal Ministro della Difesa francese, il lancio della fase iniziale del programma MGCS, nota come ‘Fase 1A’ che simboleggia la volontà politica dei due Paesi di progredire insieme di fronte alle sfide di oggi e di domani.

Emblematico della cooperazione bilaterale in materia di difesa, secondo il Ministro della Difesa francese, il programma contribuisce alla strutturazione di una base industriale e tecnologica di Difesa Europea autonoma e consolidata.

Il sistema MGCS è stato pensato dai due partner militari, come meglio vedremo oltre, non come un carro armato pesante di nuova generazione ma come un ‘sistema di sistemi multi-piattaforma’ che comprende una piattaforma di nuova concezione, equipaggiata con un cannone di grosso calibro, accompagnato da altri moduli complementari interconnessi come una piattaforma protetta equipaggiata con missili anti-carro, nonché un veicolo d’appoggio robotizzato dotato di armi laser, droni ed altri armamenti innovativi.

Nello sviluppo di questo ‘sistema di sistemi’ verranno prese in considerazione le tecnologie innovative e digitali per la gestione delle operazioni in rete, nonché le possibilità offerte dai mezzi e sistemi autonomi e dall’intelligenza artificiale. Quest’ultima avrà il ruolo di assistere gli equipaggi fornendo supporto per l’intelligence, la pianificazione, il comando ed il coordinamento del fuoco mentre una connettività rafforzata consentirà la condivisione di informazioni tattiche in tempo reale grazie ad un combat cloud integrato. I diversi moduli o piattaforma del sistema saranno in grado di elaborare, archiviare e distribuire istantaneamente dati tattici e coordinare le loro azioni in modo semi-automatico per combinare il fuoco sul nemico.

Il risultato dovrebbe essere un sistema di combattimento terrestre all’avanguardia con tecnologie di ultima generazione, grazie alle quali il sistema prevarrà nei combattimenti ad alta intensità, secondo quanto dichiarato dai due Ministri.

Con l’accordo raggiunto e siglato lo scorso 26 aprile, è stata cristallizzata la distribuzione delle responsabilità industriali per i diversi pilastri tecnologici che accompagneranno lo sviluppo del nuovo sistema. Il raggiungimento di tale accordo era stato annunciato lo scorso fine marzo sempre a seguito di un lungo lavoro di convergenza che ha trovato il primo importante traguardo con l’accordo sul documento riguardante i requisiti operativi comuni di alto livello (HLCORD, High Level Common Operational Requirements Document) per il nuovo sistema e la stretta sulla cooperazione dichiarata nel settembre 2023.

Con la firma il 26 aprile dell’accordo di impegno per la Fase 1A, i due Paesi hanno concordato che come partner paritari, contribuiranno con il 50% dei costi ed oneri alla cooperazione raggiunta e che le rispettive industrie verranno prese in considerazione con una quota equamente distribuita del lavoro.

“Nella distribuzione dei compiti del programma MGCS, abbiamo seguito la struttura del programma aeronautico FCAS (Future Combat Air System) in modo speculare”, ha affermato il Ministro Pistorius nella dichiarazione congiunta. Mentre la Francia ha assunto il ruolo guida nel programma FCAS, la Germania farà altrettanto per il programma MGCS, operando quale responsabile del programma, assegnando e gestendo i contratti con l’industria dei due Paesi.

Secondo quanto dichiarato dai due Ministri, il programma dal punto di vista industriale verrà gestito da una società capocommessa definita come ‘società di progetto’, che sarà composta dalle società KNDS Deutschland, KNDS France, Rheinmetall Landsysteme e Thales SIX GTS. Sebbene i due Ministri della Difesa non abbiano aggiunto altri nomi di aziende, queste ultime dovrebbero includere quali partner industriali subcontraenti i gruppi MBDA, Safran, Hensoldt e Diehl Defence, nonché fornitori di sistemi specifici come la propulsione oltre a società medio-piccole e centri di ricerca ed accademici.

Sotto la guida congiunta franco-tedesca, secondo quanto annunciato, verrà sviluppata la piattaforma base per l’intero sistema di combattimento che comprenderà quella armata di cannone di grosso calibro, quella per il sistema missilistico (in via principale), quella di supporto al combattimento e secondo quanto evidenziato da rendering iniziali del concetto di ‘sistema di sistemi’ presentati dal Ministero della Difesa tedesco, quella definita come ‘piattaforma di comando e controllo.’

Con il coordinamento della società capocommessa, l’MGCS (al pari dell’omologo aeronautico FCAS) vede lo sviluppo sulla base di otto macroaree tecnologiche o pilastri di sviluppo di settore del programma:

  • 1 – Piattaforma MGCS, comprendente secondo quanto già anticipato chassis, propulsione e navigazione sotto la guida tedesca;
  • 2 – cannoni, torrette e munizioni sotto il controllo congiunto franco-tedesco. In una prima fase si dovranno sviluppare sistemi d’arma basati su cannoni di grosso calibro a livello nazionale (in particolare il cannone da 140 mm francese e quello da 130 mm tedesco) e successivamente si dovrà selezionare un sistema dopo test comparativi;
  • 3 – armamento secondario con, ad esempio, missili guidati sotto la guida francese, ma secondo quanto dichiarato in precedenza anche armi laser;
  • 4 – Sistema di comunicazione, comando e operazioni come “sistema nervoso digitale” sotto la guida franco-tedesca, che secondo quanto anticipato in precedenza comprende l’iperconnessione grazie al ‘combat cloud’;
  • 5 – ambiente di simulazione sotto la guida franco-tedesca;
  • 6 – la tecnologia dei sensori sotto la leadership francese, che secondo quanto già dichiarato copre tutti gli spettri, dal visuale all’elettromagnetico;
  • 7 – protezione (attiva e passiva) e difesa dai droni sotto la guida tedesca;
  • 8 – Supporto, logistica e infrastrutture sotto la guida franco-tedesca;

Secondo quanto dichiarato dal Délégué général pour l’Armament, Emanuel Chiva a capo della Direction génerale de l’Armament (DGA), l’accordo definisce i prossimi passi che porteranno all’avvio dei lavori della fase 1. La Germania, come nazione leader, ha il compito di finalizzare entro la fine del 2024 con la società capocommessa che riunisce le quattro industrie sopra riportate, un primo contratto della durata di 3-4 anni, la cui notifica dovrebbe avvenire all’inizio del 2025. Ciò a seguito, secondo quanto dichiarato dal Ministro della Difesa tedesco, dell’approvazione da parte della Commissione del Bilancio del Bundestag.

“C’è ancora molta strada da fare prima dell’attuazione, ma ora è stato raggiunto un traguardo importante, preceduto da molti mesi di trattative,” ha rimarcato Pistorius ringraziando insieme al suo omologo le squadre di entrambi i Ministeri, Forze Armate ed Industrie, evidenziando come “l’accordo dimostra la forte fiducia reciproca tra Germania e Francia, che in questi tempi è ancora più importante che nei decenni precedenti.”

Un accordo che da molte parti è considerato non ancora risolutivo, alla luce sia delle esperienze maturate con il programma SCAF/FCAS, che delle discussioni che hanno caratterizzato fino ad ora la leadership e la ripartizione del lavoro (come nel caso del cannone che ha visto la Francia ottenere la partecipazione della propria industria con una propria soluzione e la guida congiunta del relativo pilastro tecnologico) nonché il lungo cammino che i due Governi e le rispettive industrie devono ancora fare insieme nella fase di sviluppo delle tecnologie e  dimostratori che dovranno portare alla progettazione e produzione del nuovo sistema in vista della disponibilità del medesimo che secondo gli addetti ai lavori dovrebbe realizzarsi più vicino al 2045 che all’orizzonte temporale del 2040.

 

Apertura ad ulteriori Paesi

Il programma MCGS, come è stato per l’FCAS, è aperto alla cooperazione di altri Stati membri della NATO, dell’Unione Europea e ad altri potenziali paesi partner. Pistorius ha sottolineato come tale apertura potrebbe avvenire “probabilmente prima di quanto pensiamo”, evidenziando la necessità di cercare altri partner e l’importanza di una comprensione europea dell’industria della difesa, come ha recentemente sottolineato il presidente francese Emmanuel Macron. “Dobbiamo lavorare su questo”, ha sottolineato il Ministro.

 

A tal riguardo, nel corso delle risposte ai giornalisti accreditati, parlando di potenziali partner interessati, il Ministro tedesco ha evidenziato in prima battuta l’interesse alla partecipazione dell’Italia, ma vi sono anche altri possibili interessati. Dal canto suo, l’Italia è già membro osservatore del programma dal giugno 2022.

Leonardo e KNDS, di concerto con il Ministero della Difesa Italiano, hanno siglato nel dicembre 2023, un’alleanza strategica per definire e sviluppare ulteriormente una collaborazione più stretta, che consentirà di implementare programmi di collaborazione tra le nazioni europee attraverso il rafforzamento delle proprie basi industriali e lo sviluppo della futura generazione di piattaforme per veicoli blindati, tra le quali l’MGCS (Main Ground Combat System).

L’intesa è in linea sia con la strategia definita dal Ministero della Difesa italiano nel Documento Programmatico Difesa 2023-2025, sia con il Piano di Azione dell’Accordo recentemente siglato dai Governi di Italia e Germania. Leonardo e KNDS, inoltre, hanno siglato un’intesa per l’implementazione congiunta del programma di approvvigionamento di un carro armato di ultima generazione basato sul progetto Leopard 2 A8.

Per quanto riguarda invece gli accordi fra Francia ed Italia, ulteriori sviluppi in questo specifico settore sono attesi dall’imminente incontro che si tiene nella mattinata odierna in Corsica fra il Ministero della Difesa italiano Guido Crosetto e l’omologo francese presso gli acquartieramenti del 2éme regiment étranger de parachutistes a Calvi, in cui verrà firmato un documento per la cooperazione in materia d’armamenti terrestri, i cui contenuti non sono stati ancora divulgati.

In questo ambito s’inquadrerebbe l’incontro avuto dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano generale Carmine Masiello con l’omologo francese Pierre Schill a latere della partecipazione del rappresentante italiano al seminario “Mediterraneo Italia e Francia (MIF), Sguardi incrociati sul Mediterraneo II edizione: La rivoluzione strategica in corso obbliga al riarmo nel Mediterraneo”, tenutosi il 23 aprile a Parigi presso il Palazzo Borbone, sede dell’Assemblée Nationale. Con il seminario sono stati approfonditi i temi relativi al quadro di sicurezza internazionale e alle implicazioni per lo sviluppo dell’industria e della difesa in un’ottica europea.

In occasione dell’incontro fra i due Capi di Stato Maggiore, secondo quanto dichiarato da parte italiana, è stato fatto il punto sugli assi di sviluppo della cooperazione bilaterale, in una prospettiva di sempre maggiore sinergia e condivisione, fondamentale per dare risposta alle nuove e comuni sfide della sicurezza. In occasione della visita alla Section Technique de l’Armée de Terre, che assicura la gestione e il monitoraggio delle operazioni di acquisizione di mezzi e materiali, con uno spirito innovativo ed un approccio altamente dinamico e concreto, è stato presentato il piano d’ammodernamento dell’Esercito francese e l’innovazione ha offerto la possibilità di un confronto approfondito verso una linea di integrazione sempre più proficua degli strumenti militari e del pensiero strategico dei due Paesi.

“Se da un lato i proficui scambi tra il 27éme Brigade d’Infanterie de Montagne e le Truppe Alpine sono l’inizio più emblematico, dall’altro sono in corso progetti a lungo termine nel campo delle industrie della Difesa,” ha affermo sul social media X il CSM dell’Esercito francese, aggiungendo che questa vicinanza strategica si costruirà nel tempo. “L’Esercito francese è fermamente convinto della sua necessità e auspica una più profonda collaborazione operativa con l’Esercito Italiano, in un mondo che non aspetta,” ha concluso il generale Schill.

Foto Ministero della Difesa francese

 

Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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