Sempre più forte il partenariato strategico tra Israele e Azerbaijan
Baku e Tel Aviv sono legati da una forte amicizia dal crollo dell’Unione Sovietica nel 1992. Nonostante Israele avesse aperto l’ambasciata a Baku nell’agosto 1993, ci sono voluti quasi 30 anni prima che l’Azerbaijan aprisse la propria a Tel Aviv (2022), poiché la leadership azera non voleva alienarsi altri stati a maggioranza musulmana o provocare le autorità iraniane.
Nel febbraio di quest’anno i presidenti di Israele e Azerbaijan si sono incontrati in Germania a margine della Conferenza sulla Sicurezza tenutasi a Monaco sottolineando la forza delle relazioni bilaterali. Per Tel Aviv i legami con Baku sono di importanza strategica anche in considerazione del fatto che l’Azerbaijan condivide un confine di circa 700 chilometri con l’Iran.
Inoltre i rapporti tra l’Azerbaijan e l’Iran sono alquanto difficili, frutto dell’ostilità da parte di quest’ultimo verso l’identità turca e la natura laica di Baku che a sua volta non gradisce la scarsa considerazione della minoranza azera in Iran (il 16 per cento della poplazione) e il sostegno iraniano fornito all’Armenia durante il conflitto del Nagorno-Karabakh.
L’Iran ha accusato l’Azerbaijan di ospitare una base per le operazioni di intelligence israeliane contro Teheran, affermazione che Baku e Tel Aviv hanno sempre smentito.
In passato le autorità azere, tra cui l’ambasciatore a Tel Aviv, hanno sempre smentito l’ipotesi che in caso di attacchi israeliani ai siti nucleari iraniani avrebbero permesso agli aerei con la Stella di David l’utilizzo delle proprie basi e all’intelligence israeliana di stabilire una stazione di intercettazione delle comunicazioni in territorio azero “al fine di raccogliere informazioni e monitorare l’Iran”. Tali dichiarazioni non sembrano però rassicurare Teheran, fermamente convinto che Israele possa portare una minaccia diretta alla Repubblica islamica dal territorio e dallo spazio aereo azero.
Le relazioni, tra Baku e Teheran restano sicuramente complicate, malgrado i tentativi di riprendere i rapporti attraverso progetti comuni. Solo alcuni giorni fa, il Presidente iraniano, Raisi, ha trovato la morte sulla via del ritorno dall’Azerbaijan, dove aveva inaugurato una diga sul confine e incontrato il suo omologo azero Ilham Aliyev. Tra le varie ipotesi che circolavano sulla stampa riguardo all’incidente c’era anche quella di un possibile coinvolgimento di Israele che ha negato qualsiasi responsabilità.
Tel Aviv ha stretto un’alleanza strategica con Baku negli ultimi due decenni, fornendo al paese armi per un valore di diversi miliardi di dollari; in cambio l’Azerbaijan fornisce circa il 40% del fabbisogno petrolifero di Israele. Lo scorso anno Israele ha concesso una licenza di esplorazione di gas, nella parte settentrionale del giacimento Leviathan, alla SOCAR, la compagnia petrolifera statale dell’Azerbaijan. Non è una semplice transazione commerciale ma indica una cooperazione bilaterale crescente.
Secondo i rapporti ufficiali dell’Azerbaijan, nel corso degli anni Israele ha fornito sistemi d’arma tra i più avanzati: per la difesa aerea e guerra elettronica, oltre a droni Hermes, Orbiter, Searcher e Heron della Israel Aerospace Industries, così come missili e munizioni circuitanti che hanno rafforzato le capacità militari dell’Azerbaijan. Nei giorni scorsi il Ministero della Difesa azero ha reso noto che le sue forze terrestri stanno utilizzando una versione del radar multi-missione ELM-2084 di produzione israeliana per supportare le unità di artiglieria.
Il giornale israeliano Haarezt riporta che il salto di qualità nelle relazioni tra di due paesi è stato fatto nel 2011 con un enorme accordo da 1,6 miliardi di dollari che comprendeva la fornitura di una batteria di missili Barak (nella foto sopra in parata a Baku) per la difesa aerea sviluppati congiuntamente da India e Israele mentre alla fine dello scorso anno l’Azerbaijan ha deciso di acquistare altri sistemi di difesa aerea Barak MX per il valore di 1,2 miliardi di dollari.
L’Associated Press riporta che lo scorso anno, solo poche settimane prima che l’Azerbaijan attaccasse nel Nagorno Karabakh, aerei cargo militari azeri avevano ripetutamente fatto la spola tra la base aerea meridionale israeliana di Ovda (con pista di 3mila metri, unico aeroporto in Israele che gestisce l’esportazione di esplosivi) e un campo d’aviazione vicino al Nagorno-Karabakh, come rivelato dai dati del tracciamento dei voli.
Alcune stime valutano che Israele abbia fornito a Baku quasi il 70% del suo arsenale tra il 2016 e il 2020, assicurando all’Azerbaijan un netto vantaggio contro l’Armenia.
Elvio RotondoVedi tutti gli articoli
Nato a Cassino nel 1961, militare in congedo, laureato in Scienze Organizzative e Gestionali. Si occupa di Country Analysis. Autore del Blog 38esimoparallelo.com, collabora con il Think Tank internazionale “Il Nodo di Gordio”. Alcuni suoi articoli sono stati pubblicati su “Il Giornale.it", “Affari Internazionali”, “Geopolitical Review”, “L’Opinione”, “Geopolitica.info”.