Il futuro della componente subacquea della Marina Militare (2025-2050)
In occasione dell’evento Combined Naval Event (CNE) 2024, importante conferenza-mostra sul settore navale che si tiene ormai annualmente in Gran Bretagna (Farnborough) nel mese di maggio, e quest’anno particolarmente focalizzata sull’underwater, la Marina Militare ha fornito ulteriori dettagli sui futuri piani della propria componente subacquea.
Durante la seconda giornata della CNE 2024, nell’ambito della presentazione “La prospettiva della Marina Militare per i prossimi (programmi) di piattaforme subacquee”, il Comandante Stefano Oliva, dell’Ufficio Ricerca e Sviluppo Sottomarini dello Stato Maggiore Marina Militare, ha fornito agli addetti ai lavori dettagli sulle principali linee di sviluppo futuro della componente sottomarina, con l’obiettivo di passare da 8 a 10 unità entro il 2036, con una flotta comprendente piattaforme migliorate U212A, di nuovo produzione U212 NFS (Near Future Submarine) e di nuovo sviluppo U212 NFS EVO (Evolution) in attesa dell’avvio della costruzione della nuova generazione di battelli o NGS (New Generation Submarine) dopo il 2040. La Marina Militare ha inoltre avviato il percorso per lo sviluppo di un veicolo sottomarino autonomo di grande dislocamento (LDAUV).
“Viviamo in un’epoca in cui i veicoli autonomi sono sempre più utilizzati sott’acqua”, ha sottolineato Oliva nella sua introduzione aggiungendo che “la copertura offerta dalla colonna d’acqua (alle piattaforme con equipaggio) sta diventando sempre meno efficace a causa del crescente sviluppo tecnologico subacqueo. “
“Tuttavia, come sommergibilisti dobbiamo sfruttare la presenza umana a bordo in quanto quest’ultima non può essere sostituita dall’intelligenza artificiale, almeno nel prossimo futuro. Dobbiamo quindi porre l’enfasi sull’autonomia, persistenza ed occultamento, mantenendo la nostra componente di piattaforme con equipaggio all’avanguardia tecnologica senza dimenticare l’importanza dell’equipaggio”, ha spiegato il rappresentante della Marina Militare, che ha servito a bordo e comandato i battelli U212A, prima di entrare nell’ufficio Ricerca e Sviluppo (R&D) Sottomarini presso lo Stato Maggiore della Marina.
Attualmente la componente dei sottomarini MM è come noto composta da otto piattaforme: quattro battelli della classe Sauro e quattro della classe U212A, ciascuno suddiviso in due lotti: Sauro serie III e IV (due battelli ciascuno) e U212A primo e secondo lotto (due battelli ciascuno). Nell’ambito del programma di sviluppo, costruzione e messa in servizio dei sottomarini AIP U212 NFS (Near Future Submarine), gestito da OCCAR per conto della Direzione degli Armamenti Navali del Ministero della Difesa, Fincantieri, in qualità di capocommessa e design authority, fornirà quattro nuovi battelli, di cui due già in costruzione, il terzo inizierà presto i lavori mentre il quarto sarà contrattualizzato a breve.
“Secondo gli attuali studi ed analisi effettuate, prevediamo la necessità di aumentare il numero dei sottomarini da otto a dieci, di cui due classe Sauro sottoposti a un prolungamento della vita operativa (PVO), quattro U212A di cui due (1° lotto) sottoposti a un ammodernamento di mezza vita (AMV, Ammodernamento di Mezza Vita) e i quattro U212 NFS (Near Future Submarines) che sono attualmente in fase di acquisizione e costruzione”, ha spiegato il rappresentante della MM.
“Nel frattempo, abbiamo iniziato a finanziare le attività di ricerca e sviluppo per un progetto di nuova piattaforma che abbiamo chiamato Next Generation Submarine (NGS), che prevediamo di iniziare a costruire dopo il 2040”, ha proseguito il Comandante Oliva.
Lo scorso dicembre, presso il Comando Flottiglia Sommergibili si è tenuto un workshop sul progetto NGS, dedicato all’attività di ricerca e di sviluppo di tecnologie innovative che hanno il potenziale di determinare, secondo quanto dichiarato dalla Marina Militare in un comunicato sull’evento, un cambio di paradigma nella progettazione e costruzione di sottomarini. Il progetto NGS, nato dalla vision della Marina “Future Combat Naval System 20235”, mira sempre secondo quanto dichiarato dalla MM, a ricercare un vero e proprio salto tecnologico per le unità subacquee che, con traguardo al 2050, affiancheranno e sostituiranno sia le unità U212A in linea, sia i sottomarini U212 NFS al momento in costruzione.
La Marina sta lavorando anche ad importanti sviluppi delle capacità dell’NFS U212 focalizzati principalmente sull’introduzione di capacità missilistiche deep strike, veicoli unmanned, minamento occulto, batterie al litio, nuove contromisure per i siluri e sonar a cortina trainata, oltre a soluzioni di intelligenza artificiale (AI) applicate a diversi compiti.
“Per sostituire i due sommergibili Sauro e garantire la continuità produttiva tra il 2031 e il 2036, prevediamo di avviare lo sviluppo e la costruzione di due ulteriori battelli che abbiamo (attualmente) identificato come NFS EVO come ponte tra la famiglia U212 NFS e il progetto NGS” si legge nel documento.
La Marina Militare considera il progetto della piattaforma U212 NFS EVO come un sottomarino nazionale a pieno titolo con progettazione e costruzione dello scafo, caratterizzato da “una piattaforma più grande (dell’NFS) con un dislocamento di oltre 2.000 tonnellate che incorporerà le prime tecnologie derivanti dagli studi di ricerca e sviluppo e dai test sul progetto NGS che coinvolge università e centri di ricerca centri oltre all’industria”.
Evidenziando i principali progetti finora tratteggiati, il workshop che si è tenuto lo scorso dicembre a Taranto ha rappresentato, secondo quanto dichiarato dalla MM, un momento di confronto sul progetto NGS che, con la supervisione della Direzione degli Armamenti Navali del Segretariato Generale delle Difesa, ha permesso a Fincantieri, esecutrice dell’impresa, di presentare le risultanze della prima fase del progetto dedicata allo scouting delle tecnologie innovative più promettenti. L’evento ha visto la partecipazione di ufficiali ingegneri sommergibilisti della Marina, coinvolti nella progettazione di sottomarini, di rappresentanti di Fincantieri, in particolare dell’Ufficio Progetti Sommergibili, e di un’ampia rappresentanza di realtà accademiche nazionali di eccellenza (ISME, POLIMilano, POLITorino, UNIGenova, POLIBari, UNIFirenze, UNICassino, UniSalento, UniCalabria, UniPisa, UNIMarche, UNIBologna, UNIRoma, UNITrieste, UNINapoli, UNIPalermo, CNR, UNIPadova) distribuite su tutto il territorio nazionale.
Secondo la presentazione fornita in occasione della CNE 2024, tra il completamento del programma U212 NFS EVO e l’inizio della produzione delle piattaforme NGS, la Marina Militare prevede di sottoporre il secondo lotto di U212A (due battelli) al programma MLU che potrebbe includere anche sviluppi in corso per le piattaforme U212 NFS.
“Abbiamo anche avviato il percorso per sviluppare un veicolo sottomarino autonomo di grande dislocamento (LDAUV), avendo stanziato un budget per lo sviluppo di un concept”, ha sottolineato il comandante Oliva segnalando l’obiettivo di sviluppare una flotta mista di piattaforme e veicoli con e senza equipaggio, compresi sistemi a pilotaggio remoto o ROV (Remotely Operated Vehicle) e veicoli autonomi senza equipaggio (AUV).
I programmi R&D e di produzione attuali e futuri
Il rappresentante della MM ha fornito anche i primi dettagli sui previsti ammodernamenti attuali e futuri, nonché sui nuovi programmi di costruzione e sugli sviluppi tecnologici.
“La Marina Militare ha ancora in servizio quattro sommergibili della classe Sauro, di cui gli ultimi due consegnati nel 1994 e nel 1995. A causa della necessità di mantenerli in servizio fino al completamento del programma di consegna dell’U212 NFS, è stato lanciato un programma di prolungamento della vita operativa (PVO).”
E’ previsto un periodo di attività in bacino per il mantenimento in servizio della piattaforma e l’ammodernamento del sistema di combattimento per il primo battello. Verrà affrontato il problema delle obsolescenze ed installati nuovi equipaggiamenti e sistemi d’arma. Verrà Integrato il siluro pesante Black Shark Advanced (HWT) di Leonardo dentro i tubi di lancio esistenti in una versione “swim-out”, senza fornire ulteriori dettagli.
“Gli U212A 1st Batch, Todaro e Sciré sono stati consegnati nel 2006 e nel 2007. Poiché questi battelli si stanno avvicinando ai 20 anni di vita operativa, abbiamo programmato un aggiornamento di metà vita con l’obiettivo di potenziarne le capacità, risolvere i problemi di obsolescenza e standardizzare la catena logistica quanto più possibile, grazie all’espansione delle comunanze tra le piattaforme della componente U212.”
Nel dettaglio, il sistema di gestione del combattimento sarà lo stesso dell’U212 NFS, mentre la suite periscopica verrà aggiornata con l’introduzione di un mast optronico in sostituzione del periscopio di sorveglianza penetrante. Anche la suite sonar sarà migliorata insieme all’adozione del siluro pesante Black Shark Advanced che già arma i battelli U212 del 2° lotto. Il programma MLU includerà anche le nuove contromisure anti-siluro e una nuova antenna SATCOM. Sulla base dell’esperienza operativa, verranno anche introdotte antenne GNSS/GPS anti-jamming sui periscopi.
Il programma NFS U212 fornirà quattro nuovi battelli oltre al supporto in servizio, logistico e ad un nuovo centro di addestramento. Oltre a disporre di un sistema di gestione della piattaforma di Fincantieri, di un sistema di combattimento incentrato sul CMS di Leonardo e di una suite di sensori forniti principalmente da aziende nazionali, la Marina Militare sta lavorando per migliorare ulteriormente le capacità di questi battelli per soddisfare le esigenze presenti e future.
“Lanceremo uno studio di fattibilità per integrare le capacità missilistiche di attacco in profondità. Il nostro obiettivo è integrare meccanicamente ed elettricamente i sistemi d’arma missilistici già presenti sul mercato adattandoli per l’impiego dai tubi lanciasiluri dei battelli NFS “, ha affermato Oliva senza fornire ulteriori dettagli.
“La Marina ha anche incaricato la design authority dell’U212 NFS (Fincantieri) di studiare l’integrazione di veicoli senza pilota, compresi sia i ROV (remotely operated vehicle) che i veicoli subacquei autonomi (AUV), sia per le imbarcazioni in servizio U212A che quelli di nuova produzione U212 NFS. Stiamo lavorando per introdurre la capacità di trasporto ed impiego di veicoli subacquei sia piccoli che grandi”.
Rispondendo alle domande degli addetti ai lavori, il Comandante Oliva ha spiegato che i veicoli più piccoli saranno impiegati dai tubi lanciasiluri mentre quelli più grandi saranno trasportati e gestiti attraverso un apposito shelter posizionato dietro la falsatorre.
“L’U212 NFS sarà anche in grado di effettuare attività di minamento occulto e riceverà nuove contromisure anti-siluro. Mentre stiamo ancora selezionando la migliore cortina trainata per i nuovi sottomarini NFS (oltre alla nuova suite sonar già contrattualizzata), la Marina Militare italiana sta lanciando un nuovo progetto con aziende e università nazionali focalizzato su una cortina trainata in fibra ottica.”
Per quanto riguarda le batterie agli ioni di litio, lo sviluppo in corso dal 2010 con un consorzio nazionale “è ‘on time’ e si prevede che la Critical Design Review (CDR) si concluderà entro la fine dell’anno. Successivamente sarà avviata la fase di industrializzazione dei componenti e la realizzazione del mock-up del locale batterie con i sistemi ausiliari e le strutture per i test. Infine, la Marina Militare ha avviato un progetto che mira a sviluppare algoritmi e software basati sull’intelligenza artificiale per la classificazione acustica, l’imaging periscopica e l’analisi del movimento dei bersagli.
“Con il nuovo progetto U212 NFS EVO, puntiamo ad estendere le capacità NFS integrando nuove tecnologie. Nello specifico, il nostro obiettivo è progettare un nuovo sistema di lancio di armi per consentire una maggiore flessibilità nell’integrazione ed impiego di sistemi d’arma e altre capacità come i veicoli senza pilota. Cerchiamo un sistema multiuso che possa accogliere siluri, missili, mine e veicoli. Stiamo anche esplorando nuove tecnologie e soluzioni optroniche, incluso un sensore di sorveglianza con albero non rotante dotato di camera a 360°”, ha spiegato l’ufficiale.
La Marina Militare ha avviato un nuovo progetto volto alla riduzione della segnatura acustica attraverso l’utilizzo di rivestimenti a base di metamateriali. Non sono stati rilasciati ulteriori dettagli, ma l’esigenza di ridurre significativamente la segnatura acustica potrebbe indicare una nuova forma di scafo per la futura piattaforma NFS EVO, che si baserà, come già spiegato, su un progetto nazionale.
“Data la complessità della tecnologia integrata in un sottomarino, è importante avviare subito le attività di ricerca e sviluppo per essere pronti ad uno scenario in evoluzione. Per far fronte a queste esigenze, la Marina Militare ha lanciato il progetto NGS, che al momento è ancora in fase di scouting di tecnologie emergenti e promettenti.”
Un più ampio utilizzo dell’intelligenza artificiale, nuovi sensori optronici, forme innovative e ridotta segnatura acustica attraverso metamateriali, rete di comunicazione subacquea e sistema di posizionamento inerziale di nuova generazione, sono tutte sfide tecnologiche che la MM intende affrontare ed integrare insieme. Per quanto riguarda un driver chiave del futuro, quello delle comunicazioni sottomarine, sono stati lanciato diversi progetti per impiegare le nuove tecnologie. In particolare sono in studio tre soluzioni: la prima è una comunicazione ottica subacquea protetta tramite scambio di chiavi quantistiche.
La seconda è un nuovo tipo di antenna a radiofrequenza per la comunicazione elettromagnetica subacquea. E infine, l’uso di metamateriali per lo sviluppo di un nuovo tipo di lenti acustiche per migliorare le prestazioni dell’idrofono”. La Marina Militare si sta concentrando anche sulla ricerca di nuovi sistemi di propulsione da introdurre sulla piattaforma NGS.
La proposta di espandere la componente subacquea è stata sottoposta in passato senza effetti, ma le crescenti minacce poste alle infrastrutture sottomarine critiche e alle linee di comunicazione marittime e la necessità di proteggere gli interessi nazionali sono elementi chiave per finanziare un rafforzamento a lungo termine della medesima.
A sostenerlo è l’ecosistema del Polo Nazionale della dimensione Subacquea (PNS), che comprende enti governativi, grandi industrie e PMI, start-up, università e centri di ricerca, e recentemente varato dopo l’inaugurazione avvenuta lo scorso dicembre presso il complesso della Marina Militare di San Bartolomeo a La Spezia che come noto ospita anche il Centro di Supporto e Sperimentazione Navale (CSSN) e il Centro NATO per la ricerca e la sperimentazione marittima (CMRE) e che è stato proposto dalla Marina Militare per ospitare il Centro di Eccellenza della NATO (CoE) nel settore della subacquea.
Immagini: Luca Peruzzi, Marina Militare e Fincantieri
Luca PeruzziVedi tutti gli articoli
Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).