Nave Alliance: la missione ambientale della NATO nell’Oceano Artico
Gli scienziati ed ingegneri del CMRE (Centre for Maritime Research and Experimentation), il Centro per la Ricerca e la Sperimentazione Marittima dell’Organizzazione per la Scienze e la Tecnologie dell’Alleanza o NATO STO (Science and Technology Organisation) stanno per iniziare due missioni di ricerca combinate che valuteranno l’impatto dei cambiamenti climatici nell’Artico. Secondo quanto riportato da un comunicato stampa della NATO emesso il 6 giugno, i risultati dei loro studi aiuteranno la NATO ad adattarsi al riscaldamento globale e alla trasformazione ambientale dell’Artico.
Arrivati nel porto norvegese di Tromsø il 5 giugno a bordo della nave da ricerca della NATO NRV Alliance, gli scienziati ed ingegneri del CMRE che ha sede a La Spezia sono destinati a portare a termine due importanti campagne di ricerca annuali rappresentate dalla NREP (Nordic Recognized Environmental Picture) 24 ed ACO (Arctic Climate Observatory) 24.
Nel corso di queste due campagne, secondo quanto dichiarato dall’Alleanza, gli scienziati misureranno il modo in cui la trasformazione dell’Artico influisce sulle prestazioni dei sonar nella regione. I dati raccolti aiuteranno ad adattare le tecnologie per sottomarini, veicoli sottomarini senza equipaggio e altre capacità, – e quindi assetti e sistemi -, che operano nelle condizioni in rapido cambiamento dell’Oceano Artico.
La campagna NREP 24 è l’ultima iterazione di un progetto di ricerca oceanografica pluriennale lanciato nel 2017 che è stato condotto in diverse parti dell’Oceano Artico. La campagna ACO 24 invece è la seconda iterazione di uno studio lanciato nel 2023 come progetto di ricerca oceanografica a lungo termine.
Per la prima volta e senza precedenti, nel corso della NREP 2024, l’area di ricerca sarà il fronte polare del Mare di Barents, una regione dove le masse d’acqua dell’Atlantico e dell’Artico si incontrano ma non si mescolano, secondo quanto dichiarato dalla NATO. Con la missione di ricerca NREP 24, gli scienziati del CMRE si concentreranno sui cambiamenti nella propagazione del suono nel Mare di Barents centrale. La missione di ricerca ACO 24 raccoglierà invece i dati relativi alle condizioni ambientali a lungo termine nell’area, tra cui la biologia marina, i movimenti delle masse d’acqua e l’ambiente acustico. Le missioni saranno condotte a partire dall’8 giugno fino al 12 luglio di quest’anno.
Il Mare di Barents ha fondali bassi, con una profondità media di 230 metri, secondo quando riportato dall’Istituto Polare Norvegese. Si estende verso ovest in un’area di mare compresa fra il nord estremo della Norvegia e l’arcipelago delle isole Svalbard, confinando con il profondo Mare di Norvegia che ha fondali che raggiungono i 2500 metri, verso nord fra le isole Svalbard e Frans Josefs sull’80° Latitudine Nord, verso est con le coste dell’arcipelago della Novaja Zemlja e verso sud con la costa della Norvegia del Nord e della Federazione Russa.
In particolare in quest’ultimo caso fra la regione di Murmansk dove hanno sede le più importanti basi della Flotta del Nord, unitamente a quelle nelle regioni della Carelia, Arcangelo e Nenetsia, che completano l’arco di terraferma fino all’arcipelago delle Novaja Zemlija.
Progetto finanziato dall’Allied Command Transformation (ACT) della NATO, la campagna NREP 24 vede la partecipazione di istituzioni partner provenienti da Francia, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito e Stati Uniti. La campagna ACO24 è invece finanziata dalla NATO Science and Technology Organization (STO) – Office of the Chief Scientist (OCS) e avrà partner provenienti da Francia, Italia, Norvegia, Paesi Bassi e Regno Unito.
Entrambe le missioni di ricerca saranno guidate dal CMRE, il cui personale e quello dei partner a bordo della NRV Alliance saranno supportati da un team nelle retrovie che lavora da vari istituti di ricerca nei Paesi alleati, eseguendo l’analisi e l’elaborazione dei dati.
“Il CMRE sta portando avanti gli impegnativi programmi di ricerca e sviluppo della NATO in materia di scienza e tecnologia. La nostra visione è che il Centro rimanga la scelta preferita dalla NATO e dalle nazioni per condurre ricerche scientifiche e sviluppo tecnologico.
Fare scienza e tecnologia collettivamente in 32 nazioni (e possibilmente con i partner) ci permette di affrontare problemi difficili, condividere rischi finanziari e tecnologici, e garantire che le forze armate della NATO siano dotate di capacità superiori di vincere le battaglie,” ha sottolineato il direttore del CMRE, dottor Eric Pouliquen, in conclusione di una sessione online con la stampa a bordo della Nave Alliance, aggiungendo che tale iniziativa sottolinea la forza collettiva e la collaborazione all’interno della NATO, “evidenziando il nostro impegno per soluzioni innovative e testate sul campo che rispondano alle esigenze di difesa e sicurezza.”
Nave Alliance, unità polivalente di ricerca della NATO che svolge principalmente attività condotte dal CMRE, dal marzo 2016 è equipaggiata con personale della Marina Militare grazie ad un intensa del dicembre 2015 fra la stessa MM ed il CMRE (come accadde a suo tempo per Nave Leonardo) passando alle dipendenze del Comando in Capo della Squadra Navale, con dipendenza organica da MARICODRAG, e viene utilizzata in accordo con la Nato, con la quale la Marina suddivide i relativi oneri.
Si tratta di una delle più avanzate piattaforme di ricerca per la sperimentazione di nuove tecnologie e l’impiego di sistemi e apparecchiature di nuova generazione. La nave è una delle più silenziose del suo genere, essendo stata concepita per garantire un minimo livello di propagazione del suono in acqua, ed è dotata di ampi spazi per laboratori ed equipaggiamenti vari.
Luca PeruzziVedi tutti gli articoli
Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).