Armi nucleari NATO: Tajani smentisce Stoltenberg
Il 17 giugno il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha affermato in una intervista che l’Alleanza Atlantica sta valutando di schierare più armi nucleari di fronte alla crescente minaccia da parte di Russia e Cina.
Stoltenberg ha rivelato al quotidiano britannico The Telegraph che ci sono state consultazioni tra i membri NATO sul ritiro dei missili dai depositi e sulla loro messa in stand-by. “Non entrerò nei dettagli operativi su quante testate nucleari dovrebbero essere operative e quali essere immagazzinate, ma dobbiamo consultarci su questi temi: questo è esattamente ciò che stiamo facendo”.
Alle dichiarazioni di Stoltenberg ha risposto indirettamente il vicepremier e ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani precisando che “non si è mai parlato in nessuna riunione della NATO della questione delle armi nucleari. “L’ho letto anch’io, a noi non ha mai detto nulla di armi nucleari. Noi siamo contrari” all’uso di armi nucleari e “non c’è nessuna corsa al nucleare da parte nostra” ha detto Tajani in audizione alle commissioni Esteri congiunte di Camera e Senato.
Le nove potenze nucleari presenti nel mondo hanno aumentato i loro arsenali atomici nel 2023, ammodernandoli e dispiegando nuove armi con l’obiettivo di rafforzare la propria capacità di deterrenza, secondo il rapporto annuale dell’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (SIPRI).
Su un totale di 12.121 testate nucleari censite nel gennaio 2024, ben 9.585 sono disponibili per un potenziale utilizzo, di queste ben 3.904 sarebbero di pronto impiego (60 in più rispetto al gennaio 2023) mentre le altre sarebbero stoccate nei magazzini. Circa 2.100 armi atomiche sono state mantenute in stato di allerta operativa sui missili balistici.
Quasi tutte queste testate appartengono alla Russia o agli Stati Uniti (che insieme possiedono quasi il 90% di tutte le armi nucleari: gli USA .5044 mentre la Russia 5.580).
) ma per la prima volta si ritiene che la Cina abbia alcune testate in massima allerta operativa. Pechino inoltre avrebbe aumentato l’arsenale nucleare da 410 testate nel gennaio 2023 a 500 nel gennaio 2024 e si prevede che tale numero continuerà a crescere a 700 testate entro il 2027 e 1.000 entro il 2030.
La Cina e potrebbe potenzialmente avere almeno lo stesso numero di missili balistici intercontinentali della Russia o degli Stati Uniti entro la fine del decennio, anche se si prevede che le sue scorte di testate nucleari rimarranno molto più piccole rispetto alle scorte di uno di questi due paesi, sottolinea il rapporto.
“La Cina sta espandendo il suo arsenale nucleare più velocemente di qualsiasi altro paese”, ha affermato Hans M. Kristensen, membro senior associato del programma sulle armi di distruzione di massa del SIPRI e direttore del progetto di informazione nucleare presso la Federazione degli scienziati americani (FAS).
“Ma in quasi tutti gli stati dotati di armi nucleari ci sono piani o pressioni significative per aumentare le forze nucleari”, aggiunge. I nove stati dotati di armi nucleari sono Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, India, Pakistan, Corea del Nord e Israele.
Secondo il direttore del SIPRIi Dan Smith. “Questa tendenza sembra destinata a continuare e probabilmente ad accelerare nei prossimi anni ed è estremamente preoccupante”. Nel rapporto si legge che India, Pakistan e Corea del Nord stanno cercando di schierare più testate sui missili balistici.
Le dimensioni delle rispettive scorte militari sono rimaste relativamente stabili nel 2023, anche se si stima che la Russia abbia schierato quest’anno 36 testate in più con forze operative rispetto a gennaio 2023. La trasparenza riguardo alle forze nucleari è diminuita in entrambi i paesi nel sulla scia dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022. Oltre alle loro scorte militari, la Russia e gli Stati Uniti detengono ciascuno più di 1.200 testate precedentemente ritirate dal servizio e che stanno gradualmente smantellando.
Il Regno Unito non ha aumentato il proprio arsenale di armi nucleari nel 2023 ma si prevede che le sue scorte di testate aumenteranno in futuro dopo l’annuncio in tal senso del governo britannico. L’India ha leggermente ampliato il suo arsenale nucleare nel 2023 e lo stesso vale per il Pakistan, anche se l’India sembra voler puntare sulle armi a lungo raggio, comprese quelli in grado di raggiungere obiettivi in tutta la Cina aumentando così la deterrenza nei confronti di Pechino.
La Corea del Nord continua a dare priorità al proprio programma nucleare militare come elemento centrale della propria strategia di sicurezza nazionale. Il SIPRI stima che il paese abbia ora assemblato circa 50 testate e possieda materiale fissile sufficiente per raggiungere un totale di 90 testate, entrambi aumenti significativi rispetto alle stime per gennaio 2023.
Sebbene la Corea del Nord non abbia condotto test nucleari nel 2023, Pyongyang ha completato lo sviluppo di almeno due tipi di missili da crociera con capacità nucleare. Il rapporto valuta infine che anche Israele, pur non avendo mai ammesso di possedere armi nucleari, stia ammodernando il suo arsenale atomico (stimato in 150 testate) potenziando il sito di produzione di plutonio a Dimona.
Foto: Ministero Difesa Britannico e Ministero Forze Armate Francesi e Ministero Difesa Russo
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