La Colombia non rinuncia agli elicotteri russi e vuole mediare la guerra in Ucraina

 

La Colombia intende mantenere operativa la flotta di elicotteri Mil Mi-17 di fabbricazione russa poiché la loro manutenzione è molto più economica di quella degli statunitensi UH-60A/L Black Hawk. Lo scrive il portale Infodefensa riportando la discussione effettuata dal Ministro della Difesa colombiano Ivan Velázquez davanti alla Commissione II (Difesa Nazionale e Forze Armate) della Camera dei Rappresentanti del Congresso Nazionale.

Velázquez ha affermato che il Paese starebbe negoziando con aziende con sede negli Stati Uniti e in Messico per essere in grado di implementare procedure di manutenzione per elicotteri di tipo Mi-17-1V, Mi-17MD, Mi-17-V5.

La decisione della Colombia è stata motivata, com’è noto, dalla sospensione temporanea dell’ultimo contratto firmato con la società russa National Aviation Service Company SA le cui transazioni sono state bloccate nel 2023 dal sistema bancario internazionale SWIFT, cosa che ha reso impossibile l’adempimento dei termini dell’accordo di manutenzione e revisione dei Mi-17.

Tuttavia, la Colombia ha ribadito ancora una volta la sua intenzione di mantenere operativa la propria flotta di elicotteri Mi-17 il cui costo di manutenzione è significativamente inferiore a quello degli americani UH-60A/L e per fare ciò, la leadership colombiana ricorrerà dunque alla conclusione di contratti con fornitori di servizi di manutenzione americani e messicani che hanno l’esperienza necessaria nella manutenzione dei velivoli russi. Ricordiamo infatti che un numero significativo di Mil Mi-8/17 operanti in America Latina sono utilizzati non solo dalle Forze Armate, ma anche da numerosi operatori governativi e commerciali.

Mentre scriviamo la National Aviation Service Company (parte della società russa Rostec State Corporation) ha confermato tuttavia la sua disponibilità a riparare gli elicotteri russi Mi-17 in servizio con l’Aeronautica colombiana; lo ha dichiarato il vicedirettore generale della compagnia Ivan Serov in occasione della recente fiera dell’industria degli elicotteri HeliRussia2024 a Mosca.

Dal 1996 al 2009 la Colombia ha acquisito per la sua 25ª Brigata Aerea e il 3° Battaglione dell’Aviazione cargo e trasporto, un totale di 26 Mi-17 che vengono utilizzati regolarmente sia per compiti militari che per operazioni di ricerca e salvataggio (SAR).

Tuttavia, dei 20 elicotteri a disposizione solo 9 sono funzionanti, altri 9 esemplari sono fuori servizio e i restanti 2 sono danneggiati e in attesa di pezzi di ricambio e riparazioni.

Nonostante la National Aviation Service Company SA sia stata sottoposta alle sanzioni statunitensi nel gennaio 2023, le autorità colombiane hanno deciso di trattenere le attrezzature russe e avviare la procedura per l’acquisto di servizi di revisione. La NASC, insieme alla FSVTS, partecipa attivamente a questo processo e prevede di riparare gli elicotteri.

La Russia ha offerto così alla Colombia diverse modalità alternative per riparare il Mi-17 sul territorio del paese latinoamericano, inclusa la possibilità di effettuare riparazioni direttamente nella base di Tolemaida dove sono localizzati i velivoli.

I termini per la conclusione di un nuovo contratto per la manutenzione delle attrezzature non sono stati ancora annunciati, ma la parte russa è pronta al dialogo e alla risoluzione della questione.

Il Ministero della Difesa colombiano aveva ricevuto lo scorso anno dagli Stati Uniti un’allettante offerta per l’acquisto di elicotteri Mil Mi-17 dalle Forze Armate colombiane per un importo di 300 milioni di dollari in vista del loro successivo trasferimento in Ucraina, sulla falsariga di quanto proposto a inizio 2024 all’Ecuador.

Tuttavia il presidente colombiano Gustavo Petro ha respinto questa proposta per motivi di neutralità nella guerra tra Russia e Ucraina in cui Bogotà si è offerta il 17 giugno di guidare un negoziato di pace.

Nonostante la sua assenza dalla conferenza di pace svoltasi in Svizzera (a cui la Russia non era stata invitata), la Colombia vuole “sostenere una soluzione negoziata nel conflitto fra Ucraina e Russia che consenta di raggiungere quanto prima una pace duratura”, e “offre la sua esperienza nell’affrontare le questioni umanitarie alle vittime di quel conflitto armato” recita una nota del ministero degli Esteri.

Il governo del presidente Gustavo Petro intende inserirsi “negli scenari necessari che consentono una soluzione politica alla guerra” e “chiede il riconoscimento dei principi del diritto internazionale, della Carta dell’Onu, della necessità di garantire condizioni di sicurezza per tutti, e il rispetto dei diritti umani per tutte le popolazioni sia dell’Ucraina che della Russia”.

E’ essenziale, prosegue la nota, “evitare ulteriori danni alla sicurezza alimentare ed energetica globale ed evitare qualsiasi iniziativa sull’uso delle armi nucleari”, ed è “imperativo fermare la diffusione della guerra in altre aree geografiche”.

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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