Programma europeo ESOCA: le reazioni in Ucraina all’articolo di Analisi Difesa

 

Il recente articolo di Analisi Difesa ha risvegliato gli animi ucraini circa l’evidente decisione dell’Unione Europea di non coinvolgere la società aeronautica Antonov nel programma ESOCA (European eco-System for Outsized Cargo Airlift), progetto multinazionale che dovrebbe portare alla realizzazione di un nuovo aereo da trasporto pesante.

Nonostante il momento veda i partner UE appoggiare l’Ucraina in guerra, il programma ESOCA che punta a sostituire i grandi cargo Antonov An-124, paradossalmente non prevede il coinvolgimento della JSC Antonov, bureau fondato in URSS nel 1946 e da allora impegnato costantemente nello sviluppo e nella realizzazione di aerei da trasporto esportati in ogni angolo del globo e detentori di record aeronautici tutt’oggi mai infranti.

Dopo le lamentele espresse sul portale aeronautico ucraino Krila, l’ex presidente e progettista generale di Antonov, Dmytro Kiva, ha indirizzato una lettera aperta al presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, mettendo in guardia contro il rischio che l’azienda e l’Ucraina perdano la capacità di produrre aerei da trasporto.

«I Paesi europei hanno annunciato il lancio del programma ESOCA per la creazione di un aereo da trasporto pesante che sostituisca l’An-124-100. Questo programma prevede un’analisi delle possibilità di creare un aereo da trasporto pesante richiesto dall’UE (senza la partecipazione dell’Ucraina) per sostituire l’An-124, il cui numero si è notevolmente ridotto nel tempo».ha scritto Kiva,

«Allo stesso tempo, in qualità di sviluppatore e produttore di velivoli da trasporto e militari di lunga data, Antonov ha un’esperienza di successo nella creazione di un gran numero di tipi di velivoli da trasporto.

L’An-124-100 – prosegue Kiva – era destinato a sostituire le importazioni (russe N.d.A.) con materiali, attrezzature, motori e altri componenti europei e occidentali. I progettisti hanno stabilito che l’aereo aggiornato avrebbe avuto un vantaggio significativo rispetto all’aereo esistente in termini di caratteristiche tecniche ed economiche (autonomia di carico, consumo di carburante, peso a vuoto, ecc.). In particolare, grazie all’utilizzo di materiali, componenti, motori ed equipaggiamenti di fabbricazione europea, l’An-124 aggiornato può avere un peso massimo al decollo di 450 tonnellate con un carico utile massimo di 170 tonnellate.»

Kiva ha pertanto proposto i seguenti passi per partecipare al programma con l’Unione Europea per la creazione di un aereo da trasporto pesante con un equo coinvolgimento dei paesi occidentali e ucraino:

– L’aerodinamica di base e il layout del velivolo dovrebbero essere basati sull’An-124-100.

– I motori dovrebbero essere i britannici Rolls Roys o gli americani General Electric.

– Installare una moderna cabina di pilotaggio “glass cockpit” con apparecchiature di navigazione per il pilota (Thales, Honeywell).

– Sostituire alcune apparecchiature e sistemi con altri europei e occidentali. Trasferire la documentazione progettuale e tecnologica da cartacea a digitale.

– I pannelli alari pressati, lunghi 28 metri, devono essere sostituiti con strutture di produzione europea.

– Il lavoro sui nuovi aerei modernizzati dovrebbe essere svolto da Airbus, Antonov e altre aziende europee.

– Le ali dell’aereo dovrebbero essere prodotte nel Regno Unito, parti della fusoliera in Germania, parti delle unità presso Antonov e l’assemblaggio finale in Francia.

– Lo sviluppo di questo aereo aggiornato richiederà 4-5 anni e costerà circa 3 miliardi di dollari.

In generale, lo sviluppo di un nuovo aereo europeo di questa classe costerà almeno 10 miliardi di dollari e richiederà 8-10 anni.

Punto focale della richiesta di Dmytro Kiva (nella foto a lato), così come ribadito da anni dai dossier su Antonov di Analisi Difesa pubblicati nel 2014, nel 2016, nel 2019 e nel 2021, il fatto che dal 2015 l’azienda ucraina non ha sviluppato o prodotto in serie un solo velivolo, perdendo le opportunità, accordi e i contratti esistenti con partner europei e non europei.

Un simile progetto europeo tenderebbe ad escludere nemmeno tanto velatamente la dipendenza delle Forze Armate europee e NATO dall’utilizzo degli Antonov An-124 ucraini.

Un passo che potrebbe costare caro al futuro già fin troppo precario della storica azienda aeronautica.

Foto Antonov e Ministero Difesa Spagnolo

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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