Germania: accordo sul bilancio (anche della Difesa) ma i dati economici sono pessimi
(Aggiornato)
Il governo tedesco ha raggiunto il 5 luglio un accordo sul bilancio del 2025 dopo che le tensioni interne alla coalizione anche in seguito ai disastrosi risultati conseguiti nelle elezioni europee avevano fatto traballare la maggioranza. Il cancelliere Olaf Scholz, promettendo che la Germania rimarrà “un’ancora di stabilità” in Europa ha chiuso il cerchio mediando le posizioni del ministro delle Finanze, Christian Lindner, che chiedeva un risparmio di spesa di quasi 30 miliardi di euro, con quelle più espansive di SPD e Verdi.
Per raggiungere un accordo gli alleati di governo hanno accettato la richiesta chiave di Lindner di rispettare il “freno al debito” sancito dalla Costituzione, con un tetto sull’indebitamento annuale mentre tra le misure che vedono la spesa in crescita pesa soprattutto il bilancio della Difesa che dovrebbe raggiungere l’obiettivo posto dalla NATO del 2% del PIL nel 2025 mentre entro il 2028 dovrebbe salire a 80 miliardi annui.
Già quiest’anno il ministero della Difesa guidato da Boris Pistorius (nella foto sotto con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky) era stato l’unico ad ottenere un aumento consistente delle risorse finanziarie.
Il riarmo tedesco e i contratti per nuove forniture alla Bundeswher e alle forze armaste ucraine si susseguono con cadenza regolare. Il 3 luglio la commissione Difesa del Bundestag ha approvato l’acquisto di 105 carri armati Leopard 2A8 con un contratto a KNDS Germania/Krauss Maffei Wegman (che ha appena dovuto rinunciare alla commessa per 132 tank dello stesso tipo per l’Italia) del valore di circa 3 miliardi di euro con consegne previste entro il 2030.
L’accordo sul bilancio federale per il 2025 viene approvato in un momento di gravi difficoltà economiche per la Germania.
La produzione industriale a maggio è diminuita del 2,5% rispetto al mese precedente mentre su base annua, la diminuzione è stata quasi del 7%. La riduzione della produzione nell’industria automobilistica (meno 5,2%), l’ulteriore indebolimento del settore delle costruzioni (in calo da 27 mesi, in pratica da dopo l’inizio della guerra in Ucraina) e il calo degli ordini industriali in atto dall’inizio della guerra non promettono nulla di buono.
In giugno l’Ufficio federale di statistica tedesco (Destatis) ha reso noto che 5.209 aziende hanno dichiarato bancarotta in Germania nei primi tre mesi del 2024, e si prevede che questa tendenza continuerà fino a circa 20.000 fallimenti.
Le insolvenze aziendali sono aumentate del 26,5% rispetto al primo trimestre del 2023 e sono anche l’11,2% in più rispetto al primo trimestre del 2020, quando sono state presentate 4.683 insolvenze aziendali prima che la pandemia avesse il suo pieno impatto. Il settore dei trasporti e logistica è quello più esposto seguito dalle aziende edili, dalle agenzie per l’impiego e dal settore manifatturiero.
Male anche l’export tedesco. Rispetto ad aprile 2024, le esportazioni verso i paesi extra europei sono diminuite in maggio del 4,9% e le importazioni da lì sono diminuite del 4%. La maggior parte delle esportazioni tedesche è andata negli Stati Uniti a maggio, dove comunque sono state esportate merci in meno del 2,9% rispetto ad aprile, scendendo così scese a un valore di 13,8 miliardi. Le esportazioni verso la Ciba sono calate del 10,2% a 7,6 miliardi, mentre quelle verso o il Regno Unito sono diminuite e dell’11,7% a 6,5 miliardi di euro.
La maggior parte delle importazioni proveniva dalla Cina a maggio, da dove sono arrivati merci per un valore di 13 miliardi di euro, +1,7% sul mese precedente. Le importazioni dagli Stati Uniti sono aumentate del 4,6% a 7,9 miliardi di euro mentre dal Regno Unito sono diminuite del 9,3% a 2,7 miliardi. Le esportazioni verso la Russia sono diminuite del 19,3% mensile a 0,6 miliardi. Rispetto a maggio 2023, quando le esportazioni verso la Russia erano già fortemente diminuite a causa dell’attacco russo all’Ucraina, sono diminuite del 22,1%. Le importazioni dalla Russia sono scese dell’8% mensile a 0,2 miliardi di euro e del 35,7% annuale.
Foto Bundeswehr e MSC
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