La Serbia riceverà 12 Rafale ma non cederà i Mig 29
Il ministro della difesa serbo Bratislav Gasic ha smentito seccamente il 3 settembre le notizie apparse su alcuni media secondo cui il recente contratto con la francese Dassault Aviation per l’acquisto di 12 aerei da combattimento Rafale prevederebbe la clausola di trasferimento in Francia dei MiG-29 in dotazione oggi alle forze aeree serbe.
La Francia a sua volta avrebbe poi potuto girare i Mig 29 all’aeronautica ucraina che impiega questo tipo di velivolo ma ha perso in guerra una parte degli esemplari che aveva in dotazione, inclusi quelli forniti negli ultimi due anni da Polonia e Slovacchia.
“Si tratta di una delle tante menzogne e invenzioni il cui unico obiettivo è gettare ombra sulla fornitura di 12 aerei da guerra Rafale. I MiG in possesso della Serbia sono serbi e mai li daremo a nessuno”, ha detto Gasic, come riferito dal ministero della difesa a Belgrado.
Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha ribadito il 4 settembre che Belgrado in nessun caso cederà i suoi 14 caccia MiG-29. “Dicono che li daremo a qualcuno? Chi dice questo non solo è un bugiardo, ma non è neanche sano di mente. Per nessuna ragione al mondo daremo via i nostri MiG-29″, ha affermato il presidente.
I MiG-29 in servizio in Serbia (di origine russa e Bielorussa) sono stati aggiornati negli ultimi anni e resteranno operativi, o non verranno ceduti, anche dopo l’ingresso in servizio dei Rafale.
L’accordo sull’acquisto dei 12 Rafale, per un costo complessivo di 2,7 miliardi di euro, è stato annunciato il 30 agosto in occasione della visita a Belgrado del presidente francese Emmanuel Macron.
Al presidente Vucic, Macron ha ribadito l’appoggio della Francia al percorso di integrazione europea della Serbia anche se il 5 settembre il portavoce della Commissione europea per la politica estera Peter Stano, ha detto riguardo alla Serbia che “mantenere e addirittura aumentare i legami con la Russia durante la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina non è compatibile con i valori Ue e con il processo di accesso all’Ue”.
Affermazioni a cui ha risposto con durezza il vice primo ministro serbo, Aleksandar Vulin: “Chiedo in particolare al portavoce dell’UE di astenersi dall’utilizzare termini come aggressione, diritto internazionale o Carta delle Nazioni Unite. Dopo l’aggressione della NATO contro la Serbia nel 1999, la violazione della risoluzione 1244 e il riconoscimento del cosiddetto Kosovo, avete perso ogni diritto di parlare di moralità o diritto internazionale. La vostra ipocrisia provoca sia ridicolo che disgusto”.
Lo stesso giorno il presidente Vucic ha dichiarato di aver ricevuto l’invito da parte del leader russo Vladimir Putin a partecipare al vertice dei BRICS in programma a Kazan (Russia) a fine ottobre. Vucic ha spiegato di aver ricevuto l’invito “10-12 giorni” ma ha precisato che la sua agenda ad ottobre è “molto fitta” e comprende anche il viaggio negli Usa per l’assemblea generale delle Nazioni Unite. “Quindi ne parleremo intorno al 10 ottobre”, ha affermato.
Il presidente russo, accogliendo il vice primo ministro serbo, Aleksandar Vulin, a margine del Forum economico orientale di Vladivostok, aveva espresso la speranza Vucic partecipasse al vertice Brics. “Gli abbiamo mandato un invito, spero che il presidente ne approfitti”, aveva detto Putin.
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