Prosegue l’inchiesta sulla cessione di armamenti slovacchi a Kiev
Prosegue la particolare vicenda politica relativa alla donazione, ritenuta illecita dall’attuale governo di Bratislava, di mezzi militari slovacchi alle forze armate ucraine di cui Analisi Difesa si è occupata nello scorso luglio.
Le autorità slovacche stanno indagando sulla legalità della donazione di attrezzature militari alla parte ucraina; lo ha annunciato pochi giorni fa il Ministro degli Interni della Repubblica Matúš Šutaj Eštok. «C’è il ragionevole sospetto che siano stati commessi diversi reati in tal senso» – ha detto il Ministro alla televisione slovacca.
Per indagare sui sospetti dell’illegalità della donazione di attrezzature militari a Kiev è stata creata in seno alla Direzione nazionale per la lotta alla criminalità organizzata della Slovacchia un’unità speciale chiamata “Il Donatore”. Gli investigatori devono verificare adesso la legalità delle azioni dei funzionari slovacchi che erano al potere fino all’ottobre 2023 e facevano affidamento sul sostegno dei partiti liberali.
Particolare attenzione sarà prestata al lavoro degli ex dirigenti del ministero della Difesa, su raccomandazione della quale la Slovacchia ha trasferito all’Ucraina il costoso equipaggiamento militare di cui aveva bisogno. L’attuale governo slovacco, guidato dal socialdemocratico Robert Fico, ritiene, secondo le dichiarazioni dei suoi rappresentanti e dello stesso primo ministro, che la donazione di attrezzature militari all’Ucraina abbia causato danni significativi alla sicurezza della Slovacchia.
Com’è noto le autorità politiche precedenti hanno donato a Kiev diversi mezzi e velivoli incluso uno squadrone di velivoli da combattimento MiG-29 e l’unica batteria del sistema missilistico antiaereo S-300. Di conseguenza, secondo le accuse, la Repubblica Slovacca è rimasta senza efficaci strumenti di difesa aerea.
L’importo totale dell’assistenza militare fornita da Bratislava a Kiev è stimato in circa 700 milioni di euro.
Ricordiamo che nel dicembre 2022 il parlamento slovacco ha approvato un voto di sfiducia nei confronti del Governo allora guidato da Eduard Heger, ma il suo gabinetto ha continuato a cedere l’equipaggiamento militare decidendo, seppur dotato solo di poteri limitati, il trasferimento di 13 caccia MiG-29 e parte dei sistemi missilistici di difesa aerea Kub (“SA-6 Gainful” secondo la denominazione NATO) all’Ucraina.
Nella scorsa estate dunque il partito dell’attuale Primo ministro Robert Fico ha chiesto un’indagine sulle circostanze del trasferimento di questo equipaggiamento militare a Kiev sostenendo che il governo Heger, sfiduciato e dimissionario, non aveva l’autorità per prendere tali decisioni.
Dal canto suo l’ex ministro della Difesa Jaroslav Nagy a sua volta ha sostenuto che prima di prendere la decisione di trasferire MiG-29 e Kub all’Ucraina sarebbe stata effettuata un’analisi giuridica di questa procedura confermandone la legalità.
Di fatto nell’aprile 2022 la Slovacchia trasferì un sistema di difesa aerea S-300 all’Ucraina e al contempo, nello stesso periodo, ha comunicato anche l’inizio del trasferimento dei caccia MiG-29 “Fulcrum”.
Foto: Ministero Difesa Slovacco
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.