Le forze aeree iraniane ricevono dalla Russia i primi Sukhoi Su-35SE

 

L’Aeronautica della Repubblica islamica dell’Iran (IRIAF) ha ricevuto i suoi primi due caccia multiruolo russi Sukhoi Su-35SE durante una cerimonia ristretta avvenuta presso lo stabilimento aeronautico di Komsomolsk-on-Amur (KnAAPO) lo scorso 18 novembre.

A rivelarlo è stata la rivista tedesca Flug Revue concludendo così una storia costantemente seguita da Analisi Difesa e che tra diversi e continui tira e molla, affermazioni e smentite si è trascinata per quasi tre anni, sin dal gennaio 2022.

I Su-35, secondo il portale tedesco, sarebbero stati smontati e poi trasportati all’aeroporto di Mehrabad, nella capitale del Paese, a bordo di un Antonov An-124-100 delle Forze Aerospaziali russe. Da lì, i velivoli saranno trasportati presso la 3a Base aerea tattica vicino alla città di Hamadan per essere assemblati.

Com’è noto l’IRIAF voleva inizialmente utilizzare i Sukhoi solo per sostituire gli F-14A Tomcat di stanza a Isfahan, ma – sempre secondo Flug Revue – l’ordine per il Su-35SE sarebbe stato incrementato da 25 a 50 aerei. Questo dovrebbe consentire all’IRIAF di ritirare alcuni dei ben più vecchi F-4E Phantom II attualmente in servizio con il 31° Squadrone di caccia tattici ad Hamadan.

Per completezza d’informazione è opportuno sottolineare che gli esemplari in arrivo a Teheran provengono da un lotto di Su-35 originariamente destinato all’Egitto. Tuttavia, la consegna fu annullata a suo tempo a causa delle minacce delle sanzioni statunitensi, le stesse che, peraltro, fecero fallire un analogo accordo con l’Indonesia, anch’essa interessata al Su-35 tra il 2015 e il 2018.

Il Su-35 (per la NATO “Flanker-E”) è un caccia monoposto spinto da due motori NPO Saturn 117S con vettori di spinta TVC (thrust vector control) con un incredibile rapporto spinta peso 1:1 che consentono al velivolo di raggiungere Mach 2,25 a 11.000 metri di quota, con un’autonomia di 3.600 chilometri e una tangenza operativa di 18.000 metri.

Dispone inoltre di nuova avionica, ben 12 punti d’attacco disponibili per un’ampia panoplia di arma aviolanciabile fino ad un carico massimo di 8000 kg ed è dotato di un avanzato sistema radar capace di agganciare obiettivi fino a 400 chilometri.

Oltre che con le Forze Aerospaziali russe, il Sukhoi Su-35 è in servizio anche con la PLAAF (l’Aeronautica Cinese) che ne ha ordinati 24 esemplari nel 2015. Quella iraniana è quindi la terza (la seconda straniera) a utilizzare il Su-35.

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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