Ungheria e Turchia contro l’Ucraina (e la Ue) per l’attacco al gasdotto Turk Stream

 

Ungheria e Turchia hanno espresso forte indignazione per l’attacco dell’Ucraina al gasdotto Turk Stream, che trasporta sotto il Msr Nero il gas russo verso la Turchia e la regione balcanica, considerandolo un atto inaccettabile che mette a rischio la sicurezza energetica dell’Europa.

Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha sottolineato l’urgenza di proteggere questa infrastruttura vitale con “tutti i mezzi disponibili” e ha invitato la leadership dell’Unione Europea ad agire con decisione per tutelare la sicurezza delle forniture di gas.

Szijjarto ha avuto un colloquio telefonico con il ministro dell’Energia turco, Alparslan Bayraktar (nella foto d’apertura) durante il quale è stato discusso il recente attacco di droni ucraini nella regione russa di Krasnodar che il 13 gennaio  ha preso di mira la stazione di compressione Russkaya, cruciale per il funzionamento del gasdotto TurkStream.

Nonostante l’infrastruttura sia operativa e l’attacco respinto dalla difesa aerea russa con l’abbattimento dei 9 droni impiegati dalle forze ucraine, Budapest e Ankara hanno denunciato che simili azioni minano gravemente la stabilità energetica dell’intera regione.

“Gli attacchi al TurkStream sono scandalosi e inaccettabili“, ha dichiarato il ministro ungherese che ha criticato l’inerzia dell’Unione Europea e delle organizzazioni internazionali, accusandole di ignorare un problema che minaccia direttamente la sicurezza energetica di molte nazioni europee.

 “È inaccettabile che queste istituzioni non reagiscano agli attacchi che compromettono la sicurezza del nostro Paese e di altri Stati dell’Europa centrale“, ha affermato il ministro esortando Bruxelles a prendere misure immediate per garantire la protezione del gasdotto, che rappresenta una fonte essenziale di approvvigionamento energetico per l’Ungheria e i suoi vicini.

Il Turk Stream riveste un ruolo cruciale per l’Ungheria, che riceve la maggior parte delle sue forniture di gas attraverso questa rotta, specie dopo che l’Ucraina ha chiuso da inizio anno il flusso di gas russo attraverso il gasdotto che attraversa il territorio ucraino.

Nel 2022, il gas importato tramite il Turk Stream ha raggiunto i 4,8 miliardi di metri cubi. Questo volume è salito a 5,6 miliardi di metri cubi nel 2023 e ha toccato un record di 7,6 miliardi di metri cubi nel 2024.

“Qualsiasi interruzione del Turk Stream comporterebbe gravi conseguenze per la sicurezza energetica dell’Europa centrale”, ha dichiarato Szijjarto, evidenziando l’importanza di mantenere operativa questa infrastruttura contro minacce fisiche, politiche e finanziarie.

L’appello di Szijjarto (nella foto a lato) evidenzia l’urgenza di un’azione coordinata per garantire la sicurezza delle infrastrutture energetiche strategiche europee.

L’Ungheria e la Turchia chiedono un impegno più incisivo da parte dell’Unione Europea per prevenire ulteriori attacchi che potrebbero mettere a rischio non solo la sicurezza energetica, ma anche la stabilità economica e politica della regione.

L’impressione è però che la UE sostenga ogni iniziativa di Kiev, politica e militare, tesa a colpire i rifornimenti di gas russo che attraverso il TurkStream raggiungono Serbia, Ungheria e Slovacchia considerato che i due stati partner di UE e NATO sono considerati “ribelli” poiché si oppongono alle sanzioni a Mosca e non forniscono aiuti militari all’Ucraina.

Il 24 gennaio Orban ha dichiarato che l’Ungheria ha perso oltre 18 miliardi di euro a causa delle sanzioni contro la Russia. Quindi, Budapest chiede di “tirare il freno” all’Unione europea e di rivedere la sua politica. Il primo ministro ungherese ha aggiunto che l’Ungheria accetterà l’estensione delle sanzioni contro la Russia solo se l’Ucraina riprenderà il transito del gas russo verso l’Europa e cesserà gli attacchi contro il gasdotto TurkStream.

Ieri il primo ministro polacco Donald Tusk (nella foto a lato), che guida ora la presidenza semestrale polacca dell’Unione, ha ammonito Viktor Orban per le possibili conseguenze nel caso in cui l’Ungheria decida di continuare a bloccare le sanzioni dell’Ue contro la Russia.

“Se Viktor Orban bloccherà davvero le sanzioni europee in un momento cruciale per la guerra, sarà assolutamente chiaro che, in questo grande gioco per la sicurezza e il futuro dell’Europa, sta giocando nella squadra di Putin, non nella nostra. Con tutte le conseguenze che questo comporta” ha scritto Tusk su X.

Szijjarto ha risposto a Tusk affermando che “può essere difficile da capire per l’agente di Soros, ma quando si tratta di squadre, noi giochiamo per la nazionale ungherese. Non siamo pronti a continuare a pagare per le guerre di altri popoli e non permetteremo a nessuno di mettere a repentaglio la sicurezza del nostro approvvigionamento energetico”, ha aggiunto il ministro.

Nell’acceso dibattito tra Budapest e Varsavia si è inserito anche il portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova,  “Questa è la democrazia dell’Occidente”, ha commentato in merito all’attacco del premier polacco a Orban.

Immagini: Gazprom , Euronews e Ministero Esteri Ungherese

 

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