Kalashnikov Concern presenterà le loitering munition KUB-2-E e KUB-SM al salone IDEX

 

In occasione della Fiera internazionale IDEX 2025 che si terrà dal 17 al 21 febbraio ad Abu Dhabi (EAU), la società russa  Kalashnikov Concern (parte di Kalashnikov Group) presenterà l’ultimo sviluppo frutto della collaborazione tra la stessa e la Izhevsk Scientific and Production Association for Unmanned Systems: le munizioni vaganti guidate compatte KUB-2E, disponibili nelle classi leggera e media.

L’obiettivo della cooperazione ha avuto lo scopo di realizzare una nuova munizione vagante (loitering munition o drone-kamikaze) con diverse caratteristiche di design superiori al precedente “KUB”.

Il sistema KUB-2-E di classe leggera è progettato per colpire la fanteria nemica, compresi piccoli raggruppamenti di truppe così come i veicoli militari non corazzati, dunque è ideale per attacchi precisi contro bersagli più leggeri e vulnerabili sul campo di battaglia.

Il KUB-2-E di classe media amplia invece la portata consentendo attacchi contro una gamma più ampia di bersagli come personale nemico, posizioni di lancio per sistemi aerei senza pilota, zone di atterraggio per elicotteri e veicoli militari sia non corazzati che leggermente corazzati.

Entrambe le versioni del KUB-2-E sono dotate di sistemi elettro-ottici avanzati che consentono agli operatori di guidare le munizioni con precisione verso i loro obiettivi anche se in movimento. Con un peso di oltre 10 kg – secondo il costruttore – queste munizioni possono funzionare in differenti scenari complessi come operazioni diurne e notturne, in condizioni meteorologiche complesse o in scenari con fumo e polvere.

Possono anche operare con velocità del vento fino a 15 m/s e a temperature comprese tra -40 °C a +50 °C. Inoltre, questi sistemi resistono alle contromisure (jamming) attive e passive che possono riscontrarsi sul campo di battaglia.

Ma non si tratta dell’unica novità considerando che la stessa Kalashnikov ha svelato inoltre lo sviluppo del sistema KUB-SM, una piattaforma di ricognizione e attacco che incorpora molteplici munizioni vaganti e la cui presentazione è anch’essa prevista nell’ambito del salone emiratino IDEX 2025.

I droni di questa famiglia, dotati di ali pieghevoli, sono standardizzati e dotati di sistemi di lancio containerizzati. Il primo tipo è un drone d’attacco destinato a colpire veicoli non corazzati e leggermente corazzati nonché personale nemico, il che suggerisce probabilmente la dotazione di una testata relativamente piccola e multiuso.

Il secondo drone è invece un UAV che svolge sia funzioni di ricognizione che di trasmissione e ripetitore di segnali. In base alle immagini pubblicate non è da escludere la presenza di un sistema di atterraggio basato su paracadute.

Per quanto riguarda il sistema di lancio è previsto l’impiego del telaio blindato del camion Ural che ospiterà una stazione di controllo, sistemi di comunicazione e 16 contenitori per il trasporto e il lancio, di cui 14 destinati ai droni d’attacco e due ai droni ripetitori.

Non sono state divulgate le specifiche esatte dei due progetti e inoltre l’azienda russa non ha rivelato quale divisione ha sviluppato questi droni anche se non è da escludere che ulteriori dettagli possano emergere già durante l’IDEX-2025, quando il sistema KUB-SM verrà presentato come mock-up o addirittura come prototipo completamente sviluppato.

Secondo gli analisti occidentali design del KUB-SM sembra essere ispirato al drone Altius-600 della società americana Anduril che per inciso fornisce sistemi simili all’Ucraina (e da non confondere con il drone russo Sokol Altius).

Come il KUB-SM infatti, l’Altius è dotato di un sistema di lancio containerizzato ed è disponibile sia in varianti da attacco che da ricognizione. Se nel caso del KUB-2 è noto il recente impiego nel conflitto in Ucraina non è da escludere che anche il sistema KUB-SM possa essere sottoposto (se non lo è già) a test d’impiego in prima linea.

Certamente l’utilizzo dei droni nel conflitto in Ucraina ha rappresentato una svolta nelle guerre del XXI Secolo. Fin dall’attacco russo del 2022 l’Ucraina ha sfruttato droni come il Bayraktar TB2 per attacchi di precisione su obiettivi strategici russi, compensando limiti di manodopera ed equipaggiamento.

Il rapido tramonto dell’efficacia di questa tipologia di droni ha tuttavia favorito il passaggio a droni più piccoli ma non per questo meno letali, basti vedere il rapido sviluppo delle tecnologie FPV e con controlli tramite fibra ottica. Anche per Mosca la guerra in Ucraina ha reso necessaria l’acquisizione di un notevole bagaglio di know-how non solo sulla tecnologia dei droni ma anche sul metodo per combatterli attraverso i sistemi di guerra elettronica.

Fino al 2021 la Russia inseguiva le principali nazioni produttrici di UAV, oggi invece la produzione di droni per numeri e tipologie – inclusi droni kamikaze, FPV e in fibra ottica – è aumentata esponenzialmente e l’esperienza in combattimento ha consentito di moltiplicare le conoscenze in merito.

Foto Kalashnikov Concern

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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