Skynex e HIMARS per l’Esercito Italiano
Con un comunicato stampa rilasciato sul sito del Segretariato Generale della Difesa/Direzione Nazionale Armamenti lo scorso 7 gennaio, la Direzione degli Armamenti Terrestri (TERRARM) ha annunciato di aver completato l’iter di approvvigionamento di 21 lanciarazzi d’artiglieria terrestre ad alta mobilità HIMARS (High Mobility Artillery Rocket System) mediante contrattualizzazione con lo Strategic Operational Rocket and Missile (STORM) Project Office dell’US Army Missile and Space PEO (Program Executive Office).
Con il medesimo comunicato, TERRARM ha inoltre annunciato di aver siglato il contratto con la società Rheinmetall Italia per l’acquisizione del primo sistema di nuova generazione Skynex per la difesa contraerea a cortissima portata C-RAM (Counter-Rocket, Artillery and Mortar) contro razzi, artiglieria e mortai nonché droni.
C-RAM Skynex
Il contratto per i sistemi C-RAM Skynex destinati alle unità di artiglieria contraerea dell’Esercito Italiano è stato siglato presso l’ufficio del Direttore di TERRARM, con la partecipazione del CEO di Rheinmetall Italia, Alessandro Ercolani, e lo stesso direttore di TERRARM, maggiore generale Angelo Assorati.
Si tratta dell’”Esigenza della Difesa in materia di contrasto alla minaccia Indirect Fire”, esplicitata nel programma pluriennale di A/R n. SMD 04/2024, volto a soddisfare l’urgente necessità di colmare il gap capacitivo nel settore della protezione attiva dalle minacce InDirect Fire (IDF), al fine di garantire la protezione di infrastrutture critiche e contingenti italiani impegnati nei teatri operativi internazionali contro minacce rappresentate dal munizionamento autopropulso non guidato, non autopropulso guidato e non guidato, nonché contro le minacce portate da velivoli a pilotaggio remoto della categoria NATO classe I, consentendo una risposta rapida e mirata contro queste ultime.
Tale requisito è previsto venga soddisfatto con l’acquisizione fino a 4 sistemi fissi (c.d. stationary) C-RAM tecnologicamente maturi, già presenti sul mercato e auspicabilmente off-the-shelf e combat proven, e quindi disponibili immediatamente sia per missioni nazionali che dell’Alleanza.
La scelta è quindi caduta sul sistema ‘combat proven’ Oerlikon Skynex di Rheinmetall Italia (RhI) che quale erede della società Contraves Italiana ha una lunga tradizione nello sviluppo, produzione e supporto di sistemi per la difesa aerea a corto e cortissimo raggio rappresentati dalla famiglia Skyguard con cannoni e missili, giunta ormai alla quinta iterazione, contribuendo più recentemente allo sviluppo dello stesso sistema di ultima generazione Oerlikon Skynex (per la difesa di installazioni fisse) e Skyranger (per la protezione delle unità in movimento), nonché quale radar house dell’intero gruppo Rheinmetall.
In quest’ultima veste, ha sviluppato la famiglia di radar tattici e d’acquisizione 2D/3D in banda X denominata X-TAR (X-Band Tactical and Acquisition) di cui la più recente espressione è rappresentata dal sistema X-TAR3D, nonché il sistema radar multi-missione di nuova generazione AMMR (AESA Multi-Mission Radar) a facce fisse a scansione elettronica attiva (AESA), che hanno trovato successo a livello internazionale e nazionale.
Secondo le informazioni rilasciate da Rheinmetall, la fornitura riguarda un singolo sistema Skynex unitamente alle munizioni appropriate, servizi di formazione e manutenzione nonché pezzi di ricambio per un valore complessivo di 73,6 milioni di euro nonché opzioni per ulteriori 3 sistemi da acquisire successivamente.
La consegna programmata del sistema pilota dovrebbe essere completata nel secondo trimestre del 2026, mentre i tre sistemi addizionali dovrebbero essere contrattualizzati, presumibilmente in via progressiva entro il 2027, per una consegna secondo quanto risulta ad AD, entro il 2028.
Le opzioni complessivamente hanno un valore di 204 milioni di euro. L’EI ha scelto la configurazione del sistema Skynex che comprende un modulo di comando e controllo o Skynex Control Node 1 con il sistema di gestione delle operazioni antiaeree o Battle Management System (BMS) Skymaster e quattro unità di fuoco incentrate su altrettanti affusti per cannoni Revolver Gun Mk3 da 35 mm nonché un modulo di sorveglianza radar basato sul sistema X-TAR3D, già adottato alla Forza Armata nell’ambito del sistema per la difesa aerea a portata maggiorata Grifo, basato sul sistema missilistico MBDA Italia CAMM ER.
La prima fase, corrispondente secondo quanto risulterebbe al contratto siglato, secondo la nota illustrativa comprende in aggiunta al sistema, il munizionamento operativo ed addestrativo, gli autocarri necessari alla trasportabilità tattica di tutti i moduli che compongono il sistema, non specificati ma secondo quanto risulta ad AD rappresentati dai mezzi standard dell’EI ACTL 8×8 con pianale scarrabile customizzati per l’impiego del sistema, sistemi di communication information system (CIS), nonché supporto logistico integrato per un periodo di almeno 60 mesi dall’inizio della fornitura del sistema, comprensivo di uno shelter logistico idoneo al trasporto e stoccaggio della ricambistica e di attrezzature per le manutenzioni, attività formative per il personale tecnico e operatore della Forza Armata.
Si sottolinea che il programma pluriennale approvato in Parlamento prevede un fabbisogno complessivo di 400 milioni di euro della durata complessiva di 10 anni (2025-2034) e quindi si prevede l’acquisizione di ulteriore equipaggiamento e supporto.
Nonostante il programma preveda anche il coinvolgimento di aziende estere, la maggiora parte delle attività sarà svolta in Italia su tutto il territorio nazionale, con il consolidamento del know-how per la produzione, assemblaggio, ed integrazione locale dei sistemi, nonché il relativo supporto logistico.
L’Italia è il primo stato membro della NATO ad optare per la tecnologia Skynex volta ad immettere sul mercato un nuovo standard nel campo della difesa aerea mediante cannoni, che si è già distinto sul campo di battaglia con le Forze Armate ucraine, mentre sul mercato non europeo, Rheinmetall ha registrato il cliente di lancio del sistema nella regione mediorientale.
Si tratta delle Forze di Difesa Aerea del Qatar che hanno in servizio il sistema Skynex (in un numero non precisato di batterie) equipaggiato con il sistema di sorveglianza radar l’X-TAR3D di Rheinmetall Italia.
In un’altra configurazione, il sistema Skynex è stato scelto da parte della Romania quale comando e controllo nell’ambito del programma d’ammodernamento delle batterie d’artiglieria contraerea già in servizio e basate sugli affusti binati GDF-009 da 35 mm. Infine come anticipato, Rheinmetall Italia su contratto di fornitura del Governo tedesco al gruppo sta fornendo batterie Skynex con sistema radar X-TAR3D alle Forze Armate ucraine che lo utilizzano proficuamente contro bersagli aerei particolarmente sfidanti, quali missili da crociera e droni.
Il sistema
In aggiunta all’evoluzione del sistema Skyguard, per rispondere alle esigenze della difesa a cortissimo/corto raggio, Rheinmetall Air Defence, da cui dipende la società italiana, ha sviluppato il concetto di difesa integrata denominato Oerlikon Skynex dove ‘nex’ si riferisce alla capacità netcentrica e quindi d’integrazione del sistema nell’ambito della difesa aerea integrata o IAMD (Integrated Air & Missile Defence).
Concepito come sistema modulare in grado di fronteggiare le minacce presenti e future, scalabile in base alle esigenze della missione richiesta e agnostico per quanto riguarda l’interfaccia e la connettività con gli altri player della IAMD e delle forze da proteggere, e destinato alla difesa di siti di elevata importanza come installazioni o basi avanzate, da minacce presenti e future, come i droni e le munizioni circuitanti, razzi e colpi d’artiglieria e mortaio nonché velivoli ad ala fissa e rotante e relativi sistemi d’arma.
Il concetto di sistema GBAD (Ground Based Air Defence) sviluppato da Rheinmetall è incentrato su un sistema di comando e controllo o Skynex Control Node 1 con il sistema di gestione dello spazio aere sul campo di battaglia o Battle Management System (BMS) Skymaster ed un network radio protetto per l’integrazione delle diverse componenti comprensive di più sensori attivi e passivi per la sorveglianza e tracciamento dei bersagli rappresentato dal radar multifunzionale tridimensionale X-TAR3D o dall’unita multisensoriale di scoperta, identificazione, tracciamento passivo ed attivo di nuovo sviluppo denominata MSU (Multi Sensor Unit) incentrata sulla nuova suite radar AESA a facce fisse AMMR e sistemi EO/IR nonché passivi in altri dominii (come in radio-frequenza).
A questi s’aggiungono gli effettori, rappresentati da un numero standard di quattro moduli (fino ad un massimo di otto in totale) con il sistema d’artiglieria Revolver Mk3 da 35 mm che sfruttano munizionamento di tipo ABM (AirBust aMmunition), oppure un mix di questi ultimi con sistemi missilistici quali ad esempio lo SkyKnight del gruppo EDGE e sistemi laser ad energia diretta.
Gli effettori, come sopra anticipato, sono controllati e diretti dall’ultimo modello di C2 progettato da Rheinmetall e denominato Skynex Control Node 1 (CN1), unitamente alla suite BMS (Battle Management System) Skymaster anch’essa sviluppata dalla divisione Air Defence del gruppo.
Il CN1 è rappresentato da uno shelter ISO 20’ al cui interno si trova lo spazio per cinque console multifunzionali, i sistemi di elaborazione dati e l’elettronica del sistema, la suite per le comunicazioni con gli altri elementi della batteria e con i livelli superiori nonché unità adiacenti, a cui s’aggiungono un sistema di alimentazione e condizionamento completamente autonomo per l’impiego sul campo di battaglia. Le console multifunzionali presentano ciascuna due schermi da 20 pollici touchscreen a colori con tastiera e trackball su cui vengono visualizzate le informazioni del sistema BMS in base ai ruoli degli operatori.
La configurazione base comprende una postazione per il mission commander e quattro per gli operatori dei sistemi d’arma.
Sul monitor superiore della consolle, il mission commander può visualizzare la minaccia inquadrata dai sistemi di sorveglianza e grazie ad un software denominato ‘co-classificatore’ che sfrutta algoritmi d’intelligenza artificiale, il sistema gli fornisce supporto nell’identificazione automatica della minaccia, riducendo il carico di lavoro ed incrementando la positiva identificazione della medesima.
Tale capacità si rivela di particolare aiuto in condizioni operative complesse come situazioni di crisi con commistione di traffico civile e militare e nei confronti di minacce particolarmente difficili da scoprire e tracciare come i mini-droni. Nel display sottostante, il mission commander ha a disposizione la situazione tattica della batteria con il posizionamento degli elementi della medesima, le aree di sorveglianza e d’ingaggio nonché tracce e minaccia.
Una volta identificata quest’ultima, la stessa viene passata alla postazione dell’operatore del sistema designato, che gestirà in modo completamente remoto ed automatico l’ingaggio, eccetto che per l’ordine di fuoco. E’ sempre possibile, secondo le esigenze del cliente, offrire la capacità di gestione del tiro in loco mediante laptop da una posizione protetta.
A seconda del dispiegamento delle componenti della batteria, il collegamento fra le medesime avviene via radio o fibra ottica. Sebbene sia sempre possibile una soluzione customizzata in base alle esigenze specifiche, il sistema viene offerto con radio UHF in banda larga e LoS (Line of Sight) con antenne omnidirezionali fornite dalla società finlandese Bittium.
Nel sistema Skynex, come sopra anticipato, la sorveglianza, scoperta, classificazione ed ingaggio delle minacce aeree di diversa natura viene offerta principalmente da sensori radar a cui s’aggiungono a seconda delle necessità, sensoristica passiva elettro-ottica e/o in radio-frequenza.
Per le esigenze della difesa aerea ravvicinata di installazioni fisse ed unità in movimento Rheinmetall Italia (RhI) ha sviluppato e propone il sistema radar tridimensionale in banda ‘X’ X-TAR3D, utilizzabile anche come sensore gap-filler che ha trovato successo sul mercato domestico ed internazionale, a cui si è aggiunto la famiglia di sistemi di nuova generazione AMMR (AESA Multi-Mission Radar), sempre sviluppata da RhI, che sfrutta le più recenti tecnologie nel settore dell’elettronica e della radaristica per l’impiego da parte di un’ampia gamma di piattaforme sul campo di battaglia, per la cui descrizione si rimanda all’articolo pubblicato nel febbraio 2024 su questo sito (link all’articolo).
Tutte le componenti della batteria sono state concepite per essere trasportate da veicoli ruotati 6×6 o 8×8 ad alta mobilità su di una piattaforma a standard Nato STANAG 2413 che viene dispiegata attraverso un sistema Hook Lift di messa a terra e recupero completamente automatizzato, dai ridotti tempi di dispiegamento. In questa configurazione denominata HLP (Hook Lift Platform), il sistema d’artiglieria e relativo modulo è fissato alla piattaforma che può essere imbarcata per il trasporto e scaricata dai veicoli nel sito operativo.
Il tutto a vantaggio della mobilità e capacità di dispiegamento rapido del sistema, con la piattaforma che si auto-livella e incorpora un sistema di alimentazione elettrica che rende il modulo di fuoco completamente autonomo, senza richiedere allineamento e come anticipato, dotato di una direzione del tiro completamente autonoma. La piattaforma è stata progettata per assicurare, una volta messa a terra, la massima precisione richiesta per l’impiego C-RAM del sistema d’arma basato su cannone da 35 mm.
Rappresentato nella configurazione basica dal sistema Revolver Gun Mk 3 sempre fornito dal Rheinmetall e prescelto anche dall’EI, l’affusto di quest’ultimo è installato su di un modulo-base caratterizzato da un ingombro orizzontale pari ad un container ISO 1D, che consente al medesimo una copertura a 360°.
Sull’affusto del peso complessivo di 5.100 kg comprese le munizioni, è installata una direzione del tiro radar/elettro-ottica nonché computer di controllo dell’arma che consentono, grazie alle informazioni ricevute da radar 2D/3D, un ingaggio completamente autonomo grazie ad una capacità di acquisizione, ingaggio e neutralizzazione del bersaglio, una volta ottenuta l’autorizzazione al fuoco da parte dell’operatore nel modulo di comando e controllo. La sensoristica comprende un radar di tracking KuTRG in banda ‘Ku’ (sviluppato da RhI), una telecamera a colori ad alta definizione, un sensore all’infrarosso di terza generazione, due telemetri laser con differente ampiezza di fascio (5 e 1 Hz) ed un video tracker multimodale.
Con un rateo di fuoco nominale di 1000 colpi al minuto ed un magazzino da 252 colpi, il cannone revolver KDG da 35×228 mm ha una portata effettiva di 4 km e dispone di un alzo da -10° a +85° per l’ingaggio di minacce provenienti dal cono verticale, con tempi di risposta particolarmente contenuti.
Grazie all’elevato rateo di fuoco e la capacità d’impiegare la più recente versione del munizionamento AHEAD (Advanced Hit Efficiency And Destruction) sviluppato e prodotto dalla stessa Rheinmetall, il sistema è particolarmente efficace per l’ingaggio e la neutralizzazione di minacce attuali ed emergenti, fra cui bersagli di ridotte dimensioni volanti a bassa quota e velocità come mini e micro droni Classe 1, nonché razzi, colpi di mortai ed artiglieria, missili e loitering munition.
La distribuzione ‘a ventaglio rotante’ che sfrutta la rotazione sull’asse del proiettile ‘trasportatore’ e l’elevato numero di submunizioni porta ad un incremento delle probabilità di abbattimento delle minacce più sfidanti, come risulterebbe essere stato dimostrato in combattimento nel corso del conflitto russo-ucraino.
HIMARS M142
Il completamento della contrattualizzazione dei lanciarazzi d’artiglieria terrestre ad alta mobilità HIMARS M142 con l’ordinativo all’US Army Missile and Space PEO per gli ulteriori 14 sul totale di 21 sistemi previsti dal programma pluriennale d’ammodernamento/rinnovamento n. SMD 14/2023 relativo all’approvvigionamento dei medesimi sistemi e relativi razzi guidati a favore delle unità di artiglieria terrestre dell’Esercito Italiano (EI), rappresenta il soddisfacimento di un importante requisito operativo della Forza Armata, che il recente conflitto russo-ucraino ha reso sempre più urgente e necessario per la protezione dei propri reparti e di quelli dei Paesi alleati ed amici in contesti di crisi e conflitto internazionali.
L’acquisizione degli HIMARS, secondo quanto sottolineato dal comunicato, è in linea con il “Concetto Operativo dell’Esercito Italiano 2020-2035” e con le capacità abilitanti delineate nel Concept Paper “Esercito 4.0” pubblicato nel 2022.
Al fine di potenziare la mobilità dei sistemi d’arma lanciarazzi dell’artiglieria terrestre e garantire un efficiente ed adeguato supporto di fuoco a sostegno della “Manovra non a contatto”, anche in aree di operazione congestionate o urbanizzate, riporta la relativa determina a contrarre (DAC), in linea con i nuovi requisiti operativi NATO rivolti alla rapida riacquisizione di capacità di combattimento convenzionale in ottica “Difesa Collettiva”, è stata scelta la soluzione di Lockheed Martin Missiles & Fire Control con una fornitura iniziale basata su 7 sistemi HIMARS che dovrà garantire una prima capacità auto-consistente (IOC, Initial Operational Capability) a cui ha fatto seguito l’acquisizione di ulteriori 14 lanciatori per raggiungere la FOC (Full Operational Capability).
Secondo quanto richiesto dall’EI ormai da diverso tempo alla luce delle più recenti crisi e conflitti e come riportato nella scheda illustrativa al programma n. SMD 14/2023, che è stato approvato dalle Commissioni Difesa dei due rami del Parlamento con iter conclusosi lo scorso dicembre e che prevede un piano di sviluppo pluriennale della durata complessiva di nove anni (2024-2033), la Forza Armata necessita di ampliare il parco di sistemi d’arma di artiglieria terrestre lanciarazzi per il supporto generale di Grandi Unità da Combattimento.
Un parco attualmente incentrato su un unico gruppo equipaggiato con i sistemi lanciarazzi cingolati protetti MLRS-I (Multiple Launch Rocket System-Improved) M270E1. Con il nuovo programma, l’EI ha espresso il requisito per l’acquisizione di un secondo gruppo, ma in questo caso, di lanciarazzi ruotati ad alta mobilità sia tattica che strategica, che sarà equipaggiato con i 21 sistemi HIMARS ordinati.
I lanciarazzi MLRS-I sono in servizio con il 5° Reggimento Artiglieria Terrestre (Lanciarazzi) “Superga” che ha sede a Portogruaro (Venezia) e dipende direttamente dal Comando Artiglieria dell’EI di Bracciano (Roma). Il Reggimento in oggetto è dotato di un Gruppo lanciarazzi, pedina operativa dell’unità, che risulta dotato dei sistemi M270E1, distribuiti su tre identiche batterie.
Questi ultimi è necessario sottolineare sono oggetto di un programma di ammodernamento assegnato alla Lockheed Martin Missiles & Fire Control che li porterà allo standard USA M270A2, mentre con separato programma è prevista l’acquisizione di nuovi razzi guidati della famiglia MFOM (MLRS family of Munitions) ed in particolare la versione ER (Extended Range) dell’attuale razzo guidato – in pratica un missile – GMLRS (Guided Multiple Launch Rocket System che secondo la nomenclatura americana viene identificato come ER GMLRS ma che per facilità indicheremo come GMLRS ER) ma con migliorate prestazioni, in primis un incremento della portata dagli attuali 70+ ai 150 chilometri.
L’M-270A2 è in grado di lanciare come l’attuale versione A1 anche l’MGM-140 ATACMS (Army TACtical Missile System) nelle diverse sotto-versioni, nonché il suo sistema d’arma sostitutivo rappresentato dal munizionamento Precision Strike Missile (PrSM) sviluppato da Lockheed Martin Missiles & Fire Control e destinato alla produzione in diverse sotto-versioni, in grado di raggiungere portate di oltre 400 chilometri e le cui consegne nella versione “Increment 1 Early Operational Capability” sono iniziate con l’US Army nel dicembre 2023.
Si tratta di una capacità a cui guarda anche l’Esercito Italiano, come rimarcato nel corso del convegno ANUTEI “l’Artiglieria Moderna: nuovi vettori e impiego dell’A.I nel munizionamento e nei droni”, che si è tenuto a Roma presso il Comando COMFORDOT, il 23 ottobre scorso.
Con le medesime capacità d’ingaggio dei sistemi MLRS, da cui si differenzia principalmente per la piattaforma non cingolata ma ruotata 6×6 ad alta mobilità M1140 A1/A1R, versione ad hoc della famiglia di veicoli tattici medi da 5 tonnellate (FMTV, Family of Medium Tactical Vehicles) dell’US Army con cabina di guida protetta e sistema in sovrappressione per evitare l’intossicazione dai gas generati dal lancio razzi dell’equipaggio comprendente tre operatori (capopezzo, operatore e pilota) che hanno a disposizione il sistema di controllo del fuoco con ampio schermo dedicato e la suite per le comunicazioni, nonché per la capacità d’imbarco di un unico pod di lancio con sei munizioni anziché i due pod dell’MLRS.
Il sistema HIMARS sfrutta i medesimi razzi guidati già in servizio ed in sviluppo (GMLRS/GMLRS ER) con portate di 150 km unitamente ai sistemi d’arma ATACMS e PrSM.
Grazie alla piattaforma ruotata ad alta mobilità di dimensioni e pesi contenuti che la rendono trasportabile dal più diffuso aereo da trasporto tattico occidentale, il C-130 J, l’HIMARS risulta di particolare supporto in ambito tattico ed expeditionary, offrendo al contempo protezione agli operatori con capacità di fuoco e ridispiegamento veloce per controbattere il fuoco di controbatteria avversario.
Con comunanza di sistemi e quindi sviluppi congiunti con i partner dell’Alleanza Atlantica ed Europei equipaggiati con i medesimi sistemi e razzi guidati, l’iter di acquisizione del sistema USA ha seguito la tipologia negoziale del Foreign Military Sales (FMS) per quanto riguarda i lanciatori ruotati, mentre per l’acquisizione del munizionamento, quest’ultimo avviene attraverso il General International Procurement Request (GIPR).
Per gli acquisti tramite programma FMS, secondo quanto ricordato dalla nota illustrativa, la copertura intergovernativa di riferimento è rappresentata dall’adesione reciproca delle parti al Trattato NATO e tali acquisizioni sono formalizzate attraverso accordi di natura contrattuale del tipo Government to Government (G2G) denominati Letter of Offer and Acceptance, soggetti all’approvazione da parte del Congresso USA e dove la controparte è rappresentata dal Governo americano.
A seguito quindi della notifica da parte dell’US DoD al Congresso il 15 dicembre 2023, che prevedeva l’acquisto su richiesta dei 21 sistemi HIMARS M142 oltre una serie di sistemi ed elettronica per l’impiego, supporto ed addestramento, secondo quanto risulta ad AD, in base a documenti rilasciati dalla stessa Direzione Armamenti Terrestri, sulla base della specifica determinazione a contrarre (DAC), il 15 febbraio 2024 oltre a firmare l’FMS CASE IT-B-YDQ con il DoD USA, TERRARM ha anche commissionato a quest’ultimo e quindi ai suoi enti dipendenti, la prima tranche di 7 sistemi HIMARS.
Unitamente, secondo quanto riportato dalla nota illustrativa, al relativo supporto logistico, all’attivazione dei corsi di formazione e all’adeguamento delle infrastrutture individuate per l’addestramento, la manutenzione e il ricovero dei sistemi d’arma e del munizionamento. Secondo gli stessi documenti, il tutto per un importo complessivo pari a 124,1 milioni di euro.
A questi ultimi con il contratto assegnato a dicembre 2024, se ne sono aggiunti ulteriori 14 oltre al supporto tecnico logistico non meglio specificato per un importo non divulgato che in base alla nota illustrativa al programma nonché agli importi già indicati per la prima tranche, dovrebbe aggirarsi intorno ai 250 milioni di euro per un totale complessivo stimato di 350-400 milioni di euro.
E’ quindi previsto che il DoD USA, attraverso lo STORM Project Office dell’US Army provveda a contrattualizzare nel 2025 con Lockheed Martin l’ordinativo proprio e dei Paesi che hanno commissionato il sistema, compresa l’Italia.
Le consegne dei sistemi all’EI, secondo quanto risulta ad AD, sono previste entro il 2028. Non sono state divulgate informazioni sul reparto dell’EI che riceverà i sistemi HIMARS, ma poiché si tratta di lanciarazzi e si parla di un secondo Gruppo, i nuovi sistemi verranno verosimilmente assegnati al 5° Reggimento Artiglieria Terrestre (Lanciarazzi) “Superga”, di cui abbiamo già trattato.
Secondo quanto riportato nella scheda illustrativa presentata in Parlamento, il programma prevede un onere complessivo di 960 milioni di euro. In particolare quest’ultimo valore copre l’acquisizione dei 21 lanciatori HIMARS, il sopra menzionato supporto logistico integrato che comprende:
- acquisizione di una dotazione iniziale di parti di ricambio per garantire un’autonomia di 60 mesi.
- disponibilità di parti di ricambio per tutto il ciclo di vita del sistema (verosimilmente 20 anni), catena di approvvigionamento della ricambistica modulare e snella, improntata all’ottimizzazione dei tempi (soprattutto se in presenza di sub-contractor);
- gestione della configurazione del sistema e monitoraggio delle eventuali obsolescenze emergenti, semplicità di esecuzione delle attività di manutenzione preventiva e correttiva, definizione e fornitura delle attrezzature di supporto necessarie agli interventi manutentivi e correttivi;
- mantenimento della capacità di riparazione presso l’industria in termini di capacità tecnica e personale specializzato, inclusa la possibilità di interventi di assistenza tecnica industriale su chiamata.
A questi s’aggiungerà il coinvolgimento dell’industria nazionale per attività di manutenzione ordinaria e straordinaria, la fornitura di corsi di formazione a cura dell’industria funzionali alla formazione di team interni di istruttori, che consentiranno all’Esercito di sviluppare in proprio l’iter addestrativo per il proprio personale operatore e manutentore.
Senza dimenticare le attività d’adeguamento infrastrutturali e i costi di omologazione militare del sistema d’arma, i cui mezzi e materiali dovranno rispondere a requisiti di interoperabilità con i mezzi già in dotazione/acquisizione e in ambito interforze/NATO. Sebbene la nota non lo menzioni, il sistema di controllo del fuoco dell’HIMARS dovrà essere compatibile con il Joint Digital Indirect Fire Support System (JDIFSS), il nuovo sistema di comando e controllo (C2) per la gestione digitalizzata e integrata del supporto di fuoco indiretto delle componenti terrestre e navale delle Forze Armate Italiane.
Nuove munizioni e capacità
Un’altra importante voce del pacchetto previsto dal programma è rappresentata dall’acquisizione di razzi guidati di varia tipologia, incluso materiale da addestramento. Come già anticipato, per l’acquisizione di questi ultimi è necessario un GIPR, ovverosia una forma di accordo che deriva dalla stipula di un precedente Memorandum of Understanding (MoU) con il governo USA relativo ad accordi di cooperazione e sviluppo dell’oggetto dell’acquisto, il cui iter non è subordinato all’approvazione del Congresso USA.
Due distinti GIPR (021IT e 022IT) risultano essere stati stipulati con lo STORM Project Office dell’US Army nel mese di febbraio ed aprile 2024 rispettivamente per l’adeguamento tecnologico della flotta di lanciatori multipli MLRS in configurazione legacy MLRS-I alla versione M720A2 dell’US Army (importo di 167,47 milioni di euro) e per l’acquisizione della prima tranche dei nuovi razzi guidati GMLRS ER (Extended Range) con gittata incrementata a 150 km (importo di 83,8 milioni di euro).
Il requisito iniziale che ha portato alla firma del secondo GPIR riguarda un primo lotto di 120 munizioni GMLRS ER, destinato ad essere pronto per l’impiego con la prima batteria sul sistema d’arma MLRS nella versione M270A2, i cui lanciatori riporta la relativa DAC, saranno consegnati a partire dal 2027.
Lockheed Martin ha ricevuto luce verde alla produzione del GMLRS ER ed assegnato la modifica al contratto di produzione della munizione standard nel maggio 2024 per un primo lotto di sistemi della versione ER nel maggio del 2024. Ulteriori munizioni della famiglia MFOM sono previste, come sopra indicato, in acquisizione con il programma HIMARS, ma non sono indicate versioni e quantitativi, anche se la scelta ricadrà sul modello ER, e visto l’interesse dimostrato dall’EI, verosimilmente anche sul nuovo munizionamento a lunga gittata PrSM.
Altre versioni della munizione GMLRS o nuovi ulteriori sviluppi sono in corso anche in Europa.
E’ interessante notare che un terzo GPIR (019IT) risulta essere stato sottoscritto nel luglio 2024 per un importo pari a 33,4 milioni di euro con riferimento alla necessità di avviare le attività tecnico-amministrative finalizzate al finanziamento delle linee di produzione del munizionamento GMLRS ER al fine di garantire la dotazione di adeguati volumi di munizioni per i lanciatori HIMARS ed MLRS in versione M270A2.
Alla luce delle recenti evoluzioni dello scenario internazionale, riporta la relativa DAC, risulta inderogabile disporre di assetti di artiglieria autoconsistenti, “proiettabili” e flessibili, in grado di assicurare il supporto di fuoco e sostegno della “manovra non a contatto” con elevata precisione di ingaggio in profondità e che possano essere impiegabili prontamente e con continuità.
Il medesimo documento evidenzia che la produzione riguarderà la più recente sotto-versione del GMLRS nella versione standard ed ER, ed in particolare il modello EAW o Enhanced Alternative Warhead.
Attualmente, secondo recenti documenti dell’US Army, risulta in produzione ad alta cadenza sia la munizione GMLRS con portata di 70+ km sia nella sotto-versione con testata unica con esplosivo ad alto potenziale da 90 kg (Unitary) M31A2 destinata ad ingaggiare bersagli puntiformi con limitati danni collaterali, sia con testata alternativa (Alternative Warhead) M30A2 con 182.000 frammenti di tungsteno preformati per l’ingaggio di bersagli d’area e individuati in maniera imprecisa, sviluppata per rimpiazzare la Dual Purpose Improved Conventional Munition (DPICM) rappresentata dalla munizione con submunizioni a grappolo (cluster) che è stata tolta dalla produzione.
Entrambe le munizioni hanno un sistema propulsivo ‘insensibile’ (insensitive munition propulsion system) per incrementarne la sicurezza d’impiego e maneggio.
Al modello GMLRS si aggiunge la versione ER, destinata ad essere impiegata dai sistemi HIMARS ed M270A2 che si differenzia rispetto al modello standard principalmente per un nuovo motore a razzo con capacità ‘insensitive munition’ e propellente solido con diametro maggiorato (10’’ o 254 mm contro gli 8,9’ pari a 227 mm del GMLRS) e pesi aumentati, per incrementare la portata della munizione a 150 km mantenendo la gittata minima di 15 km del modello GMRLS.
Inoltre, una nuovo suite di guida IMU/GPS con nuovo sistema di controllo per l’attuazione delle alette di coda ridisegnate per incrementare la manovrabilità della munizione rispetto al modello GMLRS munito di alette sia anteriori che posteriori, un nuovo sensore di prossimità montato lateralmente che consente di incrementare la distanza dal suolo per l’attivazione della testa in guerra ed un nuovo sistema elettronico di sicurezza per la spoletta (ESAF, Electronic Safe Arm Fuze).
Ulteriore volume è presente nella testa e nel corpo della munizione per l’incorporazione di future tecnologie come nuovi sensori di guida e propellenti. In aggiunta all’estensione della portata a 150 km, la nuova munizione fornisce maggiore flessibilità d’impiego contro il set ampliato di bersagli prestabiliti rispetto al modello GMLRS, grazie alle testate Unitary e AW nonché in futuro EAW. Per accogliere le nuove munizioni più pesanti, è stato sviluppato un nuovo pod standard a sei celle, così come un nuovo pod risulta in produzione anche per il modello GMLRS.
Nell’ambito del programma per il continuo ammodernamento e mantenimento allo stato dell’arte della famiglia di munizioni per i nuovi sistemi lanciarazzi dell’US Army, quest’ultimo sta sviluppando la nuova testata EAW che si caratterizza per miglioramenti alla testa in guerra, al sensore di prossimità ed alla spoletta per incrementarne la letalità contro bersagli con blindatura leggera e di medio spessore.
L’US Army ha un programma che prevede di completare la qualifica della nuova testata entro il FY 2026 per la munizione GMLRS, mentre per il modello ER, tale attività dovrebbe svilupparsi in maniera incrementale fra il FY 2024 e 2029. Nel frattempo un’attività di maturazione del sistema di distribuzione delle submunizioni e suo adattamento al munizionamento GMLRS è in corso per la nuova testa multipla SFW (Sensor Fuzed Weapon) con submunizioni di ultima generazione per l’ingaggio di mezzi corazzati.
In parallelo, lo US Army ha in corso un programma di mantenimento dell’efficienza e miglioramento delle capacità sia dell’MLRS che dell’HIMARS. In quest’ultimo caso, le modifiche e migliorie riguardano l’eliminazione delle obsolescenze dalla piattaforma, dal sistema di controllo del fuoco e dal sistema C4I, difesa cyber, nonché nuovi sistemi per l’addestramento.
In particolare il nuovo sistema di controllo del fuoco o CFCS (Common Fire Control System) in grado di gestire le attuali e future munizioni della famiglia MFOM è destinato a rimpiazzare l’obsoleto sistema UFCS (Universal Fire Control System) assicurando un’interfaccia più intuitiva ed al tempo stesso riducendo i costi sia addestrativi che manutentivi ed operativi.
I fondi per tale attività sono allocati a partire dal FY 2024. A questi s’aggiunge il nuovo sistema protetto di navigazione e posizionamento denominato APNT (Assured Positioning, Navigation and Timing) con nuovi algoritmi e capacità anti-disturbo allo stato dell’arte per il ricevitore GPS, le cui attività di sviluppo e qualifica iniziate nel FY 2021 dovrebbero estendersi fino al FY 2033 mentre un sistema di nuova generazione prevede uno sviluppo fra il FY 2024 e 2032.
In particolare i mezzi ancora equipaggiati con l’UFCS integreranno il Digital GPS Anti-Jam (AJ) Receiver (DIGAR) mentre quelli dotati del sistema CFCS riceveranno sia il DIGAR che il ricevitore GPS NavStrike 3.7 aggiornato allo standard NavStrike-M che fornisce capacità M-Code. Una decisione sull’avvio della produzione di quest’ultimo sistema è prevista nel FY 2026 mentre per quanto riguarda il DIGAR per l’UFCS, fondi sono disponibili a partire dal FY 2023.
Per quanto riguarda le attività di mantenimento dell’intera flotta nazionale HIMARS, secondo quanto riportato dalla nota illustrativa Lockheed Martin, sviluppatrice, detentrice della design autority e produttrice del sistema, intende realizzare in Italia un Centro logistico dedicato, con il coinvolgimento di partner industriali italiani nei settori della meccanica, micromeccanica, elettronica, optoelettronica informatica e sistemistica, con relativo indotto, nelle attività di integrazione, assemblaggio e supporto logistico dei sistemi d’arma.
Alle industrie nazionali individuate saranno trasferite le capacità necessarie ad effettuare parte della produzione, nonché le lavorazioni sul sistema a scopi manutentivi, con riferimento per quanto riguarda la localizzazione con concentrazione in Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Abruzzo.
L’acquisizione del sistema d’arma HIMARS consentirà, sempre secondo la nota illustrativa infine, di avviare piani di cooperazione con altri Paesi partner della NATO a livello europeo che hanno già acquisito o sono in procinto di acquisire la stessa capacità. In tale ambito, sarà possibile perseguire economie di scala nell’ambito del supporto logistico con la realizzazione di hub europei per la ricambistica e le lavorazioni, possibili anche attraverso il coinvolgimento della NATO Support Procurement Agency (NSPA), in analogia a quanto avviene per altri sistemi d’arma comuni ai paesi dell’Alleanza.
Foto: Rheinmetall Italia, G. Gaiani, Lockheed Martin, US Army, Ministero Difesa Polacco e US DoD
Luca PeruzziVedi tutti gli articoli
Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).