Masiello alla commissione Difesa: l’Esercito ha bisogno di 40 mila militari in più

 

Si è tenuta questa mattina in Commissione Difesa della Camera dei Deputati l’audizione del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale Carmine Masiello (il video dell’intervento è disponibile a questo link).

L’invasione russa dell’Ucraina, il conflitto in Medio Oriente, la recente crisi in Siria, l’instabilità dei vicini Balcani e del continente africano sono avvenimenti che influenzano direttamente e non gli interessi dell’Italia e la sicurezza dei cittadini., ha detto Masiello.

“Il carattere di questi conflitti si è evoluto in nuovi paradigmi sempre più pericolosi. L’Esercito ha il dovere di prepararsi a qualsiasi evenienza”, ha detto Masiello, “proprio per far fronte agli scenari peggiori, evitando di farsi trovare impreparato. E’ necessario disporre di uno strumento militare che nel contesto delle alleanze di cui l’Italia fa parte sia capace non solo di fronteggiare i possibili avversari nei domini tradizionali – terrestre, marittimo e areo – ma anche di contrastare le minacce emergenti”, adeguandosi “rapidamente all’incessante ondata tecnologica che sta comportando una vera e propria rivoluzione in campo militare”, ha aggiunto il generale.

Masiello ha fatto riferimento al conflitto in corso in Europa precisando che in Ucraina si combattono tre tipi di conflitti: “uno tradizionale di carri armati, artiglieria e trincee, uno tecnologico, di droni, missili ipersonici e attacchi cibernetici, infine una guerra ibrida e di disinformazione, orientata a indebolire le opinioni pubbliche e il morale dei combattenti. L’impatto di tale metamorfosi sul campo di battaglia per eserciti come il nostro è stato dirompente” considerato “che negli ultimi trent’anni ci si è concentrati nelle missioni di mantenimento della pace”, e quindi è necessario “riappropriarsi rapidamente della capacità di produrre operazioni ad alta intensità, attraverso rapidi interventi strutturali, in primis attraverso un rinnovamento qualitativo e quantitativo dello strumento“, ha detto il generale, che ha rimarcato anche l’importanza del munizionamento e dell’addestramento.

“Le linee programmatiche di sviluppo poste alla base del mio mandato perseguono l’obiettivo ambizioso di un vero e proprio cambiamento culturale e di approccio organizzativo cioè nel modo in cui pensiamo e agiamo, in cui la capacità di innovarsi e l’attitudine al cambiamento continuo rappresentino l’attività vitale dell’esercito”, ha detto Masiello.

“L’esercito deve essere proattivo adeguandosi alle minacce attuali mentre si trasforma per quelle che verranno, in quanto le sfide si affrontano e si vincono con un’evoluzione continua. Questo obiettivo richiede un investimento concreto sulle nuove generazioni che sono il futuro delle istituzioni e sulla loro formazione. I giovani sono capaci di intercettare le evoluzioni rapidissime della nostra società e possono essere e devono essere il motore del cambiamento per far crescere l’esercito”.

“Con l’approvazione della legge 119 del 22 e del decreto legislativo 185 del 23 è stato invertito il trend di riduzione delle dotazioni organiche della difesa prevedendo un incremento di 3700 unità per l’esercito e fissando i volumi complessivi della forza armata a 93.100 unità” in riferimento “al personale militare da conseguire entro il 2033. Questi volumi risultano comunque inadeguati alle esigenze di carattere operativo e non assicurano alla forza armata la massa necessaria ad affrontare un eventuale conflitto ad alta intensità che richiede la capacità di alimentare e rigenerare le forze impiegate in combattimento“.

Il capo di stato maggiore dell’Esercito ha poi rilevato che “le limitazioni dell’attuale modello appaiono evidenti se analizziamo le richieste avanzate dall’alleanza atlantica nell’ambito degli obiettivi capacitivi 2025 e diventa ancora più significativo se confrontate con la necessità di assicurare ulteriori forze dell’esecuzione del piano militare di difesa nazionale. Per il solo conseguimento del primo obiettivo lo stato maggiore dell’esercito, in sinergia con il vertice interforze, ha stimato la necessità di un incremento delle dotazioni organiche fra le 40, 45mila unità rispetto alle previsioni normative vigenti definendo un modello in chiave Nato oscillante fra le 133mila,138mila unità.

Masiello ha infine evidenziato che bisogna “perseguire un incremento delle dotazioni organiche esplorando il regime di pariteticità con le altre forze armate”. Inoltre, “occorre ristrutturare con estrema urgenza il comparto delle forze di completamento evolvendo verso la costituzione di un bacino di forze di riserva prontamente impiegabili, in grado di espandere all’occorrenza il modello vigente, alimentare e rigenerare le forze e concorrere alle esigenze derivanti dalle operazioni sul territorio nazionale o di sostegno alla popolazione”.

(con fonti Ansa, Agenzia Nova e Camera TV)

 

Login

Benvenuto! Accedi al tuo account

Ricordami Hai perso la password?

Lost Password

My Agile Privacy

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. 

Puoi accettare, rifiutare o personalizzare i cookie premendo i pulsanti desiderati. 

Chiudendo questa informativa continuerai senza accettare. 

Inoltre, questo sito installa Google Analytics nella versione 4 (GA4) con trasmissione di dati anonimi tramite proxy. 

Prestando il consenso, l'invio dei dati sarà effettuato in maniera anonima, tutelando così la tua privacy. 

Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: