l’Iran lancia una scimmia nello spazio
di Arabella Marconi – ANSA – L’Iran ha lanciato con successo una sonda nello spazio con una scimmia a bordo. Il vettore ha raggiunto l’altezza di 120 km, tornando a terra con l’animale sano e salvo. Missione riuscita quindi per Teheran, che considera l’invio di oggi una prova generale per un lancio di astronauti iraniani in “cinque-otto anni”. Ma la comunità internazionale guarda con sospetto al programma spaziale iraniano perché teme che possa celare la messa a punto di missili a lungo raggio armati di testate nucleari e lavora per la ripresa dei negoziati con Teheran nel tentativo di risolvere la controversia sul nucleare prima che la questione provochi un nuovo conflitto in Medio Oriente. Gli sforzi per organizzare un nuovo vertice sono ripetutamente falliti e l’Occidente sospetta che l’Iran sfrutti il vuoto diplomatico per mettere meglio a punto i mezzi di produzione di armi nucleari. Tuttavia fonti europee hanno proposto nuovi colloqui a febbraio e assicurato che “i contatti con l’Iran sono tuttora in corso” per fissare “data e luogo”. Intanto oggi Teheran ha smentito la notizia rimbalzata sui social network di una grossa esplosione in uno dei suoi impianti più sensibili per l’arricchimento dell’uranio (Fordow). L’Iran ha un intenso programma spaziale, imperniato sul lancio di satelliti e già l’anno scorso ha completato almeno all’80% un proprio centro per questo tipo di attività iniziata nel 2009 con il satellite “Omid” (Speranza) proseguito nel giugno 2011 con il Rasad e, il 3 febbraio scorso, con il Navid portato da un razzo Safir B1. Queste attività sono monitorate con attenzione per il sospetto, secondo Teheran del tutto infondato, che i vettori possano essere utilizzati in futuro per montare testate nucleari. L’Iran comunque si considera “la quinta o sesta maggiore potenza missilistica al mondo” ed esalta i risultati delle sue esercitazioni militari con testate convenzionali come elemento di deterrenza nei confronti delle minacce belliche israeliane. Quello di oggi non è il primo lancio di animali nello spazio, neanche da parte dell’Iran. Come ha ricordato di recente il sito dell’emittente Press Tv, Teheran aveva infatti inviato nello spazio la sua prima “biocapsula di creature viventi” nel febbraio 2010 usando i vettori iraniani Kavoshgar-3 (Explorer-3). E prima di allora anche altri Paesi si sono cimentati in lanci di animali nello spazio. La Russia nel 1957 inviò nello spazio la cagnetta Laika a bordo della capsula Sputnik 2. Ma l’animale non sopravvisse. Con la missione Mercury-Redstone 2 del 1961, gli americani mandarono in orbita lo scimpanz‚ Ham, che tornò e anche in buona salute. Nel 1963 la Francia lancio’ nello spazio il gatto Felix a bordo del razzo francese Veronique AGI, che tornò sano e salvo. Una settimana più tardi, sempre la Francia lanciò un altro gatto che non ebbe però la stessa fortuna. E ancora gli Stati Uniti, nel 1973, mandarono in orbita i ragni Arabella e Anita, a bordo dello Skylab 3. I due ragni si dimostrarono in grado di tessere tele anche in assenza di gravità, ma morirono durante la missione probabilmente per disidratazione.
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