Operazione ‘Naweed 3’ per le truppe italiane afghane
Nella scorsa settimana le forze di sicurezza afghane hanno concluso con successo l’operazione ‘Naweed 3’ condotta nel distretto di Shindand, con l’appoggio dei militari italiani della Transition-Support Unit Centre, l’unità su base 3° reggimento alpini di Pinerolo che assiste il processo di transizione in corso nella provincia di Herat. Durante l’operazione, durata quattro giorni, forze della polizia di Shindand e della 1^ Brigata del 207° Corpo dell’Esercito – assistite dai Military Advisor Team italiani – hanno inizialmente condotto una serie di perquisizioni all’interno del villaggio di Serbandam, che hanno portato all’arresto di sette individui appartenenti ad una cellula di insorti attiva nella zona e al sequestro di un ingente quantitativo di armi e munizioni. Nella seconda fase, mentre si dirigevano verso il villaggio di Baghirabad, le forze di sicurezza afghane respingevano due attacchi portati con armi da fuoco da diversi gruppi di insorti, i quali subivano la perdita di quattro uomini. Nello scontro rimanevano feriti due militari dell’esercito, rapidamente evacuati in elicottero presso l’ospedale da campo di Shindand grazie all’intervento dei militari italiani della Task Force 45. L’operazione si concludeva con l’arresto da parte della polizia di un individuo colto in flagrante mentre piazzava un ordigno esplosivo rudimentale. Complessivamente, sono oltre 2.000 gli uomini delle forze di sicurezza afghane che hanno partecipato all’operazione che ha portato al sequestro di 4 fucili con 12 caricatori, 15 ordigni di diverso tipo, oltre a documenti e a equipaggiamento paramilitare di varia natura. Sempre nell’ambito delle operazioni invernali, mirate a indebolire i gruppi di insorti nella regione occidentale del Paese, reparti dell’Afghan Civil Order Police (unità speciali assimilabili ai battaglioni mobili dell’Arma dei Carabinieri) hanno condotto nei giorni passati un’importante attività di controllo del territorio nel distretto di Bala Baluk, nella provincia di Farah, con l’assistenza di team di advisor statunitensi e di forze della Transition Support Unit South, l’unità costituita su base 9° reggimento alpini dell’Aquila. La presenza delle forze di élite della polizia afghana – per la prima volta schierate nell’area – è stata accolta favorevolmente dalla popolazione dei villaggi del distretto, generalmente considerato come un possibile rifugio per gli insorti che si infiltrano da sud. Nel corso dell’operazione gli artificieri afghani presenti nel dispositivo insieme ai mentors della Task Force Genio italiana, hanno anche disinnescato una bomba rudimentale rinvenuta lungo uno degli itinerari di pattuglia. Sono oltre 29.000 i militari afghani dell’esercito e dei vari corpi di polizia che hanno assunto la leadership nel campo della sicurezza nella regione occidentale dell’Afghanistan, con il supporto delle unità del Regional Command West di ISAF comandate dal generale Dario Ranieri e formate da circa 5.500 militari, 3.000 dei quali appartengono alle Forze Armate Italiane.
Fonte: comunicato ISAF Regional Command West
Foto. Poliziotti afghani (Pio – RC West)
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