La Nigeria guiderà la forza regionale contro Boko Haram
Il presidente nigeriano, Muhammadu Buhari, ha annunciato lo stanziamento di 100 milioni di dollari per finanziare la Forza d’intervento multinazionale congiunta (Mnjtf) voluta dai paesi della regione per il contrasto ai jihadisti di Boko Haram. L’annuncio, come riferisce il quotidiano “Daily Post”, è stato dato dallo stesso Buhari nel corso della riunione della Commissione del Bacino del Lago Ciad, riunita ieri ad Abuja. Il nuovo stanziamento segue l’ennesima ondata di attacchi effettuati dai jihadisti nelle due settimane, l’ultimo dei quali è avvenuto mercoledì scorso nello Stato di Borno provocando la morte di 37 persone.
Lo stesso Buhari aveva rifiutato la proposta di una rotazione del comando della Mnjtf, affermando che la guida dell’alleanza dovrebbe spettare sempre alla Nigeria. La proposta rifiutata dal leader nigeriano prevedeva la rotazione ogni sei mesi del comando della forza tra Nigeria, Ciad, Camerun, Niger e Benin. Nella riunione di ieri ad Abuja è emerso come il quartier generale della nuova alleanza contro Boko Haram costerà 30 milioni di dollari per un periodo di 12 mesi. Come rivelato da Sanusi Imran Abdullahi, capo della Commissione del Bacino del Lago Ciad, la missione avrà il suo quartier generale a N’Djamena, nel Ciad, e conterà su 8.700 unità provenienti da eserciti, forze di polizia e organizzazioni paramilitari.
Il presidente nigeriano Muhammadu Buhari è entrato in carica lo scorso 29 maggio proprio con la promessa di fare di più nella lotta contro i jihadisti.
Di fatto, la Mntjf non è una novità. La coalizione era stata già costituita una prima volta nel 1994 con la partecipazione di unità nigeriane, nigerine e ciadiane con l’obiettivo di ridurre il banditismo e le attività criminali lungo i confini settentrionali della Nigeria. Quella decisa in questi giorni è una riorganizzazione che dà vita a una forza del tutto nuova, con l’ingresso di nuovi attori (Camerun e Benin) e l’estensione delle attività. Ciascuno Stato dovrà provvedere singolarmente all’equipaggiamento delle proprie truppe.
La guida della Forza d’intervento è stata affidata al generale nigeriano Tukur Yusuf Buratai. “Sono d’accordo sul fatto che questa operazione congiunta comporti una condivisione delle responsabilità.
Ma sono dell’opinione che le operazioni militari soggette a un rapido passaggio di mano di comando e strutture di controllo non siano positive in termini di efficacia ed efficienza” ha rilevato Buhari (nella foto sotto) durante il vertice di Abuja. “Un processo di questo tipo – ha proseguito – minerebbe, anche se involontariamente, la capacità militare di sostenere l’offensiva contro gli insorti, che hanno l’innata abilità di adattare e riorganizzare in fretta le proprie strategie”.
La stessa necessità di mantenere costante l’azione di contrasto nei confronti di Boko Haram ha indotto il presidente nigeriano a spostare il quartier generale dell’esercito a Maiduguri, nel nord-est del paese, proprio per portare i generali il più vicino possibile al fronte delle operazioni.
La città, strappata negli scorsi mesi a Boko Haram che l’aveva tenuta sotto controllo per diverso tempo, costituisce così anche un simbolo del nuovo impulso impresso dall’amministrazione nigeriana alla lotta contro il terrorismo. Un impulso che Buhari ha deciso di far proprio e di condividere con gli altri leader della regione. Dopo aver prestato giuramento, il nuovo presidente della Nigeria ha infatti avuto intensi contatti con le autorità di Ciad, Niger, Camerun e Benin per sottolineare la necessità di una maggiore collaborazione regionale contro Boko Haram. Un aspetto, questo, su cui invece non si era dimostrato sensibile l’ex presidente Goodluck Jonathan, come evidenziato di recente dai suoi stessi colleghi.
Il giro di vite promesso dalla nuova amministrazione nigeriana e l’espansione delle attività militari hanno già indotto Boko Haram a rispondere sul terreno. Non è un caso, infatti, se il numero degli attacchi da parte del gruppo jihadista sia notevolmente aumentato dopo l’entrata in carica di Buhari, con almeno 109 persone uccise dai jihadisti dall’inizio di giugno nel nord-est della Nigeria.
L’ultima offensiva ha avuto luogo, anche in questo caso non casualmente, proprio nella zona di Maiduguri, dove miliziani a bordo di motociclette hanno fatto ingresso in diversi villaggi della zona e aperto il fuoco sui residenti. L’obiettivo della nuova forza congiunta sarà ora, per prima cosa, quella di aumentare i controlli transfrontalieri e la condivisione di informazioni d’intelligence per limitare la capacità degli insorti di accedere ad armi e fonti di finanziamento.
Nonostante alcune brucianti sconfitte subite nei mesi scorsi le forze armate nigeriane hanno recentemente ricevuto nuovi equipaggiamenti e armi, soprattutto da Asia ed Europa Orientale, per far fronte al conflitto contro Boko Haram.
Tra questi alcuni trasporto truppe corazzati Streit Cougar prodotti in Nigeria (nelle ultime due foto), blindati canadesi Spartan Mk3 e Inkas mentre la Repubblica Ceca ha fornito di seconda mano 5 cingolati da combattimento BMP-1, 6 lanciarazzi campali da 122 millimetri RM-70 e 4 di carri T-72M1 più altri 58 acquisiti dai cechi in Ungheria l’anno scorso e poi rivenduti ai nigeriani.
La polizia ha acquistato 4 blindati ucraini BTR-3E e 5 BTR-4. Senza contare le migliaia di armi leggere acquisite in Polonia, Bulgaria. I cinesi hanno fornito 2 pattugliatori navali P-18N per 42 milioni di dollari e 120 blindati 20 Poly Technologies CS/VP3, 30 missili anticarro AR-1 e 5 droni CASC CH-3 armati con i missili AR-1.
La flotta nigeriana è stata potenziata anche con 2 motovedette francesi FPB-98, 3 israeliane Shaldag Mk III, un pattugliatore irlandese (Emer ribattezzato Prosperity) e il cutter Gallatin radiato dalla Guardia Costiera statunitense e ribattezzato Okpabana
Sul fronte aeronautico la Russia ha venduto 9 elicotteri da attacco Mi-35M/Hind E e 18 multiruolo Mi-17, gli USA 3 Beechcraft King Air 350 mentre Londra ha fornito 2 Agusta Westland A-101 VIP.
Arrivati in Nigeria anche elicotteri Gazelle e addestratori /aerei da attacco Alpha Jet di seconda mano ceduti dagli Stati Uniti che li hanno acquistati in Europa.
Resta da chiedersi quali capacità operative possa offrire una così variegata tipologia di mezzi e armi che presenterà molto presto seri problemi logistici alle forze nigeriane.
(con fonte Agenzia Nova)
Foto;Nena-news, AP, AF, Boko Haram
RedazioneVedi tutti gli articoli
La redazione di Analisi Difesa cura la selezione di notizie provenienti da agenzie, media e uffici stampa.