120 aziende italiane al salone parigino di Le Bourget
“Non ci sono mai state così tante aziende italiane” al Salone dell’aeronautica di Parigi: “circa 120, con una forte presenza dei distretti e una forte presenza delle piccole e medie imprese”.
Lo ha sottolineato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, incontrando la stampa a margine delle visite degli stand italiani della fiera parigina.
La presenza, ha aggiunto, “è più che raddoppiata rispetto alle edizioni precedenti”, e anche per le aziende presenti con stand più piccoli, come Finmeccanica, “c’è una presenza significativa in termini di qualità”.
Il ministro ha sottolineato che il progetto di drone europeo sottoscritto dai governi di italia, Francia e Germania, con Alenia Aermacchi, Dassault e Airbus Defence&Space, “non è in concorrenza” con il drone P1HH di Piaggio Aero, di cui a breve saranno consegnati i primi esemplari all’Aeronautica militare.
Finmeccanica è interessata a prendere il controllo di Avio, di cui detiene oggi il 14%, e potrebbe farne “se non la prima, la seconda o la terza” acquisizione della nuova gestione.
“Lo spazio è importante, l’Italia non può non avere una proiezione nello spazio”, ha commentato l’amministratore delegato Mauro Moretti, a margine di un passaggio tra gli stand del Salone dell’aeronautica di Parigi.
E’ andato più lontano il patron di Avio, Pier Giuliano Lasagni, che nella stessa occasione ha detto che la “procedura” di passaggio sotto l’ala di Finmeccanica “sarà messa in atto quest’anno”, esprimendo il suo apprezzamento per l’ipotesi.
“E’ palese che ci sia un interesse” di Finmeccanica, ha spiegato, che vuole “continuare ad essere presente. Si parla di maggioranza o di altre forme che possano tutelare le attività del lanciatore Vega, che è un patrimonio nazionale”. Il passo, ha aggiunto, coinvolge comunque “equilibri industriali europei che vanno gestiti”, in particolare sul fronte dei “forti segnali arrivati dalla Francia sul settore dei lanciatori, per garantire un accesso autonomo allo spazio”.
L’opzione della presa di controllo di Finmeccanica su Avio, sottolineano fonti industriali citate dalla stampa transalpina, sarebbe inoltre gradita al governo italiano, più di un ingresso di peso da parte di Airbus Safran Launcher. Che dal canto suo, secondo la stessa fonte, non sarebbe interessata ad un ingresso nel capitale con una quota troppo piccola per permettere di avere un’influenza a livello gestionale.
Più interlocutoria la situazione sul fronte di altre due delle joint venture in cui Finmeccanica è presente. Per quanto riguarda il consorzio Atr, detenuta al 50% da Alenia Aermacchi e al 50% dal gruppo Airbus (ex Eads), il cambio di azionariato con un passaggio integrale in mani italiane non sembra realizzabile nell’immediato, anche se voci in materia continuano a circolare.
Il programma ha intanto annunciato oggi il 1500/o velivolo venduto, parte di un ordine della nipponica Japan Air Commuter, che segna anche la prima vendita di Atr in Giappone. In stallo anche il dossier Mbda, azienda produttrice di missili suddivisa tra Finmeccanica (25%), gruppo Airbus e la britannica Bae Systems (37,5% ciascuna). Da tempo Airbus ha espresso il suo interesse a prenderne il controllo, ma al momento non c’è accordo con i co-azionisti. “E’ una questione su cui le industrie stanno ancora dialogando, e non hanno trovato una soluzione”, ha commentato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, precisando che il settore dei missili resta “importante” per l’Italia.
Fonte: ANSA
Foto: Difesa.it
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