110 carabinieri per addestrare la polizia irachena
(aggiornato alle ore 9)
Entro l’autunno 110 carabinieri italiani addestreranno le forze di sicurezza in Iraq. Lo ha annunciato ieri il ministro dell’Interno di Baghdad, Mohammad al-Ghabban, al termine di un incontro con il nostro ambasciatore a Baghdad, Marco Carnelos, e con il console generale a Erbil, Patrick Mora. “Le parti – si legge in una nota del dicastero ripreso dall’agenzia Il Velino AGV – hanno discusso di cooperazione italo-irachena in ambito della sicurezza e degli sforzi che l’Italia sta compiendo nell’addestramento della polizia irachena. Il prossimo autunno – prosegue il documento – il numero degli istruttori raggiungerà quota 110.
Questi trasferiranno l’esperienza italiana alle nostre forze di sicurezza. Le procedure necessarie alla loro ricezione sono state già poste in atto”. Il ministro, che ha voluto ringraziare Roma per aver adempiuto agli impegni assunti, ha voluto sottolineare che “tutti siamo di fronte alle stesse sfide del terrorismo, ha concluso citando l’attacco al consolato italiano al Cairo.
“Siamo di fronte a una guerra su vasta scala – ha sottolineato al-Ghabban – che richiede lo sforzo integrato di tutti per combatterla”. In termini operativi gli iracheni hanno bisogno di formare robusti reparti di polizia con il compito di presidiare i territori liberati dalla presenza dell’ISIS e garantire l’ordine pubblico prevenendo disordini, violenze e discriminazioni a danno della popolazione sunnita (di cui spesso si macchiano le milizie sciite che hanno quasi del tutto rimpiazzato l’esercito regolare in prima linea) oltre a respingere eventuali azioni offensive e terroristiche dei jihadisti.
Il contributo italiano alla lotta contro l’IS, noto come operazione “Prima Parthica”, schiera una componente aerea in Kuwait con 220 militari dell’Aeronautica, 2 droni Predator, un tanker KC-767A e 4 bombardieri Tornado impiegati solo come ricognitori e una componente addestrativa di Esercito e forze speciali basata a Erbil e Baghdad. Una decina di carabinieri sono stati assegnati recentemente all’operazione col compito di preparare la missione addestrativa rivolta alla polizia. I rinforzi dell’Arma porteranno a oltre 600 il numero di militari italiani schierati in Iraq. Un contingente simile nelle dimensioni a quelli schierati in Afghanistan e Kosovo e numericamente secondo solo a quello presente in Libano e assegnato alla missione dell’Onu UNIFIL che conta un migliaio di effettivi.
L’invio dei carabinieri in Iraq era stato anticipato nei giorni scorsi in un’intervista dal Ministro della Difesa, Roberta Pinotti.
Secondo quanto appreso da Analisi Difesa i 110 carabinieri saranno dislocati 80 a Baghdad e 30 a Erbil e il loro impiego è stato chiesto direttamente dal generale John Allen (ufficialmente inviato speciale della Casa Bianca presso la Coalizione anti-ISIS ma di fatto il coordinatore degli sforzi della Coalizione stessa) che aveva apprezzato il lavoro di formazione effettuato dai militari dell’Arma in Iraq e Afghanistan.
Le stesse fonti hanno rivelato che i cento carabinieri che si uniranno ai 10 già in Iraq saranno dispiegati a Baghdad ed Erbil entro fine settembre. Tutto il personale dell’Arma in Iraq appartiene alla Seconda Brigata Mobile di Livorno, unità specializzata nelle operazioni all’estero, e nel dettaglio ai 1° reggimento carabinieri paracadutisti Tuscania di Livorno e ai reggimenti mobili 7° “Trentino Alto Adige” con sede a Laives (Bolzano) e 13° “Friuli Venezia Giulia” di Gorizia.
Negli anni scorsi i carabinieri degli stessi reparti hanno svolto un ruolo di primo piano nell’addestramento delle forze di polizia irachene nell’ambito della “NATO Training Mission – Iraq” che lasciò Baghdad nel 2011 quando si completò il ritiro delle forze statunitensi.
Foto NATO Training Mission-Iraq
RedazioneVedi tutti gli articoli
La redazione di Analisi Difesa cura la selezione di notizie provenienti da agenzie, media e uffici stampa.