Salafiti Francesi e Pasdaran Iraniani combattono in Siria

(aggiornato il 9 marzo) – Almeno una cinquantina di cittadini francesi di confessione musulmana, ritenuti vicini agli ambienti salafisti/qeadisti dall’intelligence di Parigi, sarebbero attualmente presenti in Siria per combattere al fianco dei ribelli anti-regime. Secondo quanto riferito ad Analisi Difesa da fonti qualificate la gran parte dei combattenti francesi provengono dalle “banlieues” di Parigi e Lione e sarebbero stati reclutati da un cittadino francese di origine maghrebina che avrebbe effettuato vari soggiorni in Afghanistan e Pakistan durante l’ultimo decennio. Il numero dei volontari francesi è frutto di stime ufficiose come pure le notizie della morte in combattimento di una mezza dozzina di jihadisti di cittadinanza francese o in possesso della doppia nazionalità. Il ministro dell’Interno, Manuel Valls, ha riconosciuto che un centinaio di persone con cittadinanza francese o residenti in Francia si recano regolarmente in Siria mediante l’appoggio logistico di gruppi salafisti/qeadisti attivi in molte città europee. La notizia conferma i timori dei servizi di sicurezza occidentali che ritengono oggi il teatro siriano come il principale punto di attrazione dei jihadisti europei, anche perché geograficamente più facilmente raggiungibile rispetto alle zone operative afgano/pachistane e all’area del Sahel. L’8 marzo il ministro della Difesa francese, Jean Yves Le Drian ha confermato l’arresto in Mali di due jihadisti francesi: uno arrestato a novembre ed estradato il 7 marzo in Francia e un secondo fatto prigioniero con un gruppetto di jihadisti nel massiccio degli Ifoghas.
Sul fronte opposto invece l’intelligence di alcuni Paesi occidentali ha trovato conferme alle voci circa la presenza di elementi del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Iraniana a Damasco, segnatamente nelle aree circostanti via Baghdad, nonché nel perimetro del palazzo presidenziale, a fianco alla guardia pretoriana  di  Bashar Assad. Sarebbe stata segnalata anche una forte presenza iraniana nella località di Sit Zeinab, a sud-est di Damasco, in seno a un reparto individuato con il nome di “battaglione Abou Al-Fadl Al-Abbas”, nell’ambito del quale sarebbero presenti anche elementi Hezbollah libanese e miliziani sciiti iracheni. Alcuni quadri della Divisione al-Quds, il braccio armato del regime iraniano per le operazioni clandestine all’estero, costituirebbero l’ossatura di questo reparto mentre altri sarebbero sempre impegnati a riorganizzare e potenziare la milizia alauita Shabbiha, la forza paramilitare del regime siriano guidata da Izzat Hassan. L’impegno iraniano in Siria, valutato in circa 2 mila uomini, sarebbe stato affidato al générale Ibrahim Hamadani, uno dei principali collaboratori dell’attuale capo della Divisione al-Quds dei pasdaran, il generale Qassem Soleimani. Il rafforzamento del dispositivo militare siriano nella regione di Damasco induce i servizi segreti occidentali a presupporre che il regime si appresti a lanciare una grande offensiva contro le forze ribelli. Una conferma indiretta di questo scenario è rappresentata dalla decisione di Mosca di rimpatriare, discretamente e attraverso il Libano, circa 200 cittadini russi residenti a Damasco.

Foto: un miliziano siriano (Sky Tg 24)

Jean Pierre HussonVedi tutti gli articoli

Nato a Parigi nel 1952, giornalista professionista dal 1984. Ha collaborato con varie testate italiane (Gruppo Espresso-Repubblica, Rivista Italiana di Difesa, Panorama Difesa, ecc.) e straniere (Military Techology, La Lettre de l'Expansion, Valeurs Actuelles, European Defense & Security Review, Intelligence Online, Jane's, TTU, Raids, ecc.). Reporter di guerra si occupa di difesa, sicurezza e intelligence. Ha scritto numerosi libri tra i quali La Fabbrica del Terrore, Encyclopédie des Forces Spéciales du Monde, Programmi di Guerra, Kalashnikov, Forces Spéciales.

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