Per gli iraniani l’ISIS ha 100 mila combattenti
Sono circa 100 mila gli uomini dell’Isis che combattono nella regione occidentale dell’Asia -prevalentemente Iraq e Siria fra cui 5.000 ceceni, pagati con un salario mensile di 200 dollari. Sono le stime fornite da Teheran dal generale Yahya Rahim Safavi, consigliere militare della Guida Suprema l’ayatollah Alì Khamenei.
Finora le stime dei servizi d’intelligence occidentali avevano accreditato l’esercito del Califfato di 30/50 mila combattenti dei quali b10/15 mila uccisi dalla Coalizione nell’ultimo anno. Tuttavia la capacità dell’ISIS di resistere ai nemici e di mantenersi all’offensiva su molti fronti induce a ritenere che disponga di forze ben maggiori. Stime europee valutavano nella primavera scorsa che oltre un migliaio di volontari stranieri raggiungessero ogni mese Siria e Iraq per combattere nei ranghi dell’ISIS.
Secondo Safavi, già comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione (i pasdaran), gli Usa sono responsabili della diffusione dell’Isis nell’area. Giovedì in una conferenza stampa con il suo collega ceco , il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif ha sottolineato che le politiche Usa hanno aggravato la situazione nella regione ed i loro alleati (le monarchie sunnite) sostengono l’estremismo in modo diretto o indiretto.
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