I piloti francesi liberati dagli 007. I nostri marò abbandonati da tre anni
di Andrea Morigi da Libero Quotidiano del 28/10/2015
Operazione coperta per riportare in patria i soldati arrestati a Santo Domingo per droga.
Sapevano che, prima o poi, da Parigi li avrebbero aiutati a fuggire. Non si sono mai sentiti abbandonati i due piloti francesi Pascal Fauret e Bruno Odos, nemmeno a Santo Domingo, benché fossero stati entrambi condannati in primo grado a 20 anni di carcere per traffico di droga da un tribunale della Repubblica Dominicana.
In Italia la notizia potrebbe essere scambiata per il capitolo di un romanzo d’avventura, tanto è distante, al di qua delle Alpi, l’idea di un blitz militare per liberare dei connazionali. Tant’è che, sebbene Massimiliano Latorre rimarrà in famiglia per curarsi fino a Natale, Salvatore Girone è stato dimenticato in India dal 2012.Eppure i due francesi tornati in patria sono ex militari della Marina. Ma le analogie con il caso dei due marò italiani si fermano rigorosamente qui. Fauret e Odos erano stati arrestati nel marzo 2013 a Punta Cana dopo il ritrovamento, a bordo del loro aereo, di 680 chili di cocaina. Incuranti delle accuse a loro carico e senza attendere il processo d’appello, gli 007 francesi li hanno prelevati, messi su un’imbarcazione e condotti nelle Antille francesi da dove sono ripartiti con un volo di ritorno in Francia.
All’Eliseo ovviamente negano ogni coinvolgimento delle istituzioni. D’altronde, la vicenda era finita sui giornali con un nomignolo, Air Cocaine, che nessun governo vorrebbe vedere associato alla propria immagine.
Quindi, la versione ufficiale è che si tratta di «iniziative personali», magari di qualche agente segreto in pensione.
Comunque, per l’opinione pubblica e per i media, è un successo. Ieri, dopo una conferenza stampa dove sono stati accolti come novelle reincarnazioni di Rocambole e Fantomas, i due fuggitivi hanno avuto l’onore di essere invitati al telegiornale delle 20 a France 2, la rete televisiva pubblica d’Oltralpe, per raccontare la loro straordinaria esperienza.
Si sono sottratti ai giudici, ma sono convinti di stare dalla parte del diritto, anzi di essere perseguitati e «dal momento che abbiamo affrontato un sistema di giustizia che non ci ha ascoltato solo perché siamo francesi, il mio istinto è stato quello di tornare nel mio paese», ha detto Fauret, aggiungendo di essere «molto stanco».
Secondo il loro avvocato, Jean Reinhart, i due uomini inoltre non sarebbero «evasi perché non erano in prigione».
Li hanno esfiltrati, in effetti, si direbbe nel gergo militare. In compenso, ora si fa comprensibilmente più difficile la situazione delle altre due persone coinvolte nel caso Air Cocaine e che si trovano ancora nel paese caraibico: si tratta del passeggero, Nicolas Pisapia e di un membro dell’equipaggio, Main Castany. Per farli fuggire, a questo punto, occorrerebbe quanto meno un’invasione di terra.
Foto Univision e Difesa.it
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