IN SIRIA L’OCCIDENTE E’ ALLEATO DEGLI STUPRATORI ISLAMICI
E’ lecito per gli oppositori del regime di Bashar al-Assad, cioè per gli alleati dell’Occidente ai quali anche l’Italia vorrebbe fornire armi, stuprare “qualunque donna siriana non sunnita”. E’ quanto stabilisce la fatwa di uno sheikh salafita di origine giordana, Yasir al-Ajlawni (nella foto), residente da 17 anni a Damasco. Nel suo editto religioso, pronunciato in un video pubblicato su YouTube, lo sheikh sostiene che, in base ai precetti dell’Islam, è lecito “catturare e avere rapporti sessuali” in particolare con donne della setta alawita (la stessa di Assad) o cristiane, ma in generale con qualsiasi donna non sunnita. Per dare forza al suo pronunciamento, il religioso integralista definisce le donne che autorizza a stuprare come “melk al-yamin”, espressione con la quale il Corano indica genericamente le schiave di fede non musulmana. Lo sheikh al-Ajlawni non è il primo a emettere una fatwa che prende di mira le donne siriane. Nel 2012, il predicatore saudita Muhammad al-Arifi aveva invitato i “jihadisti” a “contrarre un matrimonio a tempo” con le prigioniere siriane, “in modo da poter giacere con loro a turno”. Una vera e propria istigazione allo stupro di branco. Non è la prima volta che i nostri amici della Coalizione che combatte il regime di Damasco legittimano stupri, discriminazioni religiose e schiavitù. In precedenza, l’egiziano Ishaq Huwaini invitava a condurre le “prigioniere di guerra” presso un “mercato degli schiavi, dove si vendono le concubine”, definite anche come “ciò che la vostra mano destra possiede”. Per il religioso, basta l’atto dell’acquisto perché, per l’uomo, un rapporto sessuale non sia peccato, “anche senza un contratto, un guardiano o qualsiasi altra formalità, come e’ ampiamente condiviso tra gli ulema”. “In altre parole – ha aggiunto Huwaini, per non lasciare dubbi – quando voglio una schiava sessuale, vado al mercato, scelgo quella che mi piace e me la compro”. Perché non invitare al- Ajlawani e Huwaini a Bruxelles la prossima volta che l’Unione Europea discuterà di abrogare l’embargo sulle armi ai ribelli siriani o alle Nazioni Unite in occasione del prossimo appello a Bashar Assad a lasciare la guida del Paese. Invitare in Occidente simili figure di spicco, le cui fatwe non risulta siano state rigettate dai leader degli oppositori siriani, consentirebbe di farci un’idea più concreta sul “nuovo che avanza” in Siria. Che avanza anche e soprattutto con l’aiuto dell’Occidente.
(con fonte Adnkronos)
Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.