Selex taglia oltre 2.500 posti in Italia e Gran Bretagna
ANSA – Il rilancio di Selex Es passa attraverso 2.529 esuberi e la chiusura di circa 25 siti tra Italia e Gran Bretagna. Sono i numeri del Piano di riorganizzazione della nuova super Selex, la controllata di Finmeccanica che da gennaio integra le attività di Selex Galileo, Selex Elsag e Selex Sistemi Integrati. Una razionalizzazione necessaria per l’azienda per essere più competitiva, ma che preoccupa i sindacati, con la Fiom che ha già proclamato 4 ore di sciopero lunedì a Genova. Il Piano di riassetto e rilancio di Selex Es rappresenta un passaggio ”inevitabile” per ottenere un portafoglio adeguato che ”valorizzi l’offerta” dell’azienda e ne ”rafforzi il posizionamento sui mercati export”, ha sottolineato Finmeccanica, spiegando che la razionalizzazione mira ad eliminare inefficienze e duplicazioni: i prodotti passeranno dai circa 550 attuali a circa 350, gli investimenti verranno concentrati sulle tecnologie più richieste sul mercato, i costi di struttura verranno ridotti e i siti tagliati di circa 25 unità tra Italia e Gran Bretagna (per i sindacati però i siti verranno ridotti in Italia da 48 a 26 e in Gran Bretagna da 16 a 10 entro il 2014). C’è poi il ridimensionamento degli organici (Selex oggi conta oltre 17 mila dipendenti distribuiti prevalentemente tra Italia e Gran Bretagna): gli esuberi sono complessivamente 2.529, di cui 1.938 in Italia, dove l’azienda ha già raggiunto con i sindacati un accordo di mobilità per 810 dipendenti e un accordo per l’uscita di 120 dirigenti. Gli esuberi in Italia, secondo quanto riferiscono i sindacati, sono suddivisi in 1.098 indiretti e 840 diretti (compresi gli 810 in mobilità). Numeri che vanno ad aggiungersi alla riduzione degli organici per 650 unità fatta nel 2012 dalle 3 ex Selex. Esuberi e chiusure però preoccupano i sindacati. La Fiom avverte che, dopo aver sottoscritto la messa in mobilità per centinaia di addetti solo un mese fa, ”non è disponibile a trattare ulteriori esuberi strutturali” e sottolinea che la fusione delle tre Selex non può essere scaricata sui lavoratori”. La Fim Cisl avverte che non accetterà strumenti che portino ai licenziamenti e che ”prefigurino un’azienda che si sottodimensiona negli organici ma anche nelle prospettive” e considera sbagliato parlare di esuberi in questa fase di confronto sul piano industriale. La Uilm considera il piano ”molto impegnativo” e per la gestione delle eccedenze rifiuta la cig a zero ore e chiede ”strumenti solidali”. La Fiom di Genova ha risposto con uno sciopero di 4 ore per lunedì. Preoccupata anche l’Ugl, che chiede maggiori garanzie sulle ricadute occupazionali del piano. Il confronto tra azienda e sindacati proseguirà intanto con un nuovo incontro che dovrebbe tenersi entro la fine di aprile.
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