La grande svendita delle armi usate italiane

Le forze armate italiane stanno dismettendo, o si apprestano a farlo nei prossimi anni, ingenti quantitativi di armi e mezzi che verranno offerti sul mercato dell’usato e sembrano interessare numerosi Paesi in Africa, Asia, e America Latina. In alcuni casi si tratta di equipaggiamenti obsoleti per gli standard NATO ma non certo per quelli di Paesi in via di sviluppo. In molti altri casi i tagli a organici e reparti attuati in questi  anni mettono sul mercato mezzi recenti o con una consistente vita utile residua. Nell’audizione alle Commissioni Difesa di Camera e Senato del 22 maggio, il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, ha evidenziato un numero rilevante di mezzi di prossima radiazione.

L’Esercito ridurrà i carri armati da 337 a circa 200, liberandosi di fatto degli ultimi vecchi 120 Leopard 1A5 e mantenendo in servizio solo i 200 Ariete dei quali 50 verranno posti in riserva, 50 ammodernati al più presto per eventuali impieghi bellici e i rimanenti 100 appena saranno disponibili i fondi necessari come ha detto recentemente il capo di stato maggiore dell’esercito generale Claudio Graziano.  Anche le blindo pesanti Centauro entrate in servizio nei primi anni ’90, verranno ridotte radiando oltre 150 dei 300 esemplari acquistati dei quali solo 136 resteranno in servizio per venire ammodernati. L’Esercito ha già messo sul mercato centinaia dei 600 blindati leggeri Puma, acquistati una dozzina di anni or sono ma dimostratisi troppo vulnerabili agli ordigni improvvisati impiegati dagli insorti in Iraq e Afghanistan. L’Esercito vorrebbe vendere i Puma alla Libia che ne ha già ricevuti alcuni esemplari.  Recentemente sono stati ceduti al Pakistan centinaia di vecchi cingolati M-113 in pessime condizioni mentre Gibuti ha ricevuto 3 blindo Puma e 10 obici semoventi M-109L dei 250 radiati negli ultimi anni. Nella lista dei mezzi in dismissione finiranno presto anche un’ottantina di cannoni FH-70 da 155 millimetri e altrettanti elicotteri AB-205 e AB-412 che potrebbero trovare mercato nei Balcani, in Africa o in America Latina.

Nei prossimi anni l’ingresso in servizio dei cacciabombardieri F-35 consentirà all’Aeronautica di radiare circa 120 Tornado e AMX Acol. Si tratta di velivoli non più giovani ma radicalmente ammodernati e specie gli Amx potrebbero risultare attraenti per il Brasile che impiega lo stesso velivolo e vorrebbe mantenerlo in servizio almeno altri 20 anni. Meno comprensibile e giustificabile sul piano finanziario il tentativo di vendere sul mercato dell’usato anche 24 nuovi Typhoon, i cacciabombardieri europei ordinati in 96 esemplari che l’Aeronautica vuole ridurre a 72.

La Marina sta per radiare 8 fregate tipo Maestrale e 4 pattiugliatori d’altura (le ex fregate Lupo destinate all’Iraq) Artigliere, 8 corvette Minerva  e 12 cacciamine e pattugliatori ma presto si aggiungeranno alla lista anche due sottomarini, altrettanti cacciatorpediniere una trentina di elicotteri AB-212 e SH-3D e, tra qualche anno, una quindicina di cacciabombardieri Harrier. Dopo un interesse iniziale delle Filippine (Manila ha preferito i vecchi cutter radiati dalla US Coast Guard e acquisterà fregate nuove sudcoreane), fregate e corvette sembrano oggi interessare alcuni Paesi sudamericani tradizionali clienti della cantieristica militare italiana quali Perù ed Ecuador. In maggio è giunto a Roma il ministro della Difesa peruviano, Pedro Cateriano Bellido, in una visita non pubblicizzata dalla Difesa italiana a quanto sembra incentrata sull’acquisto di navi e velivoli.

La cessione di navi, aerei o mezzi di seconda mano porterebbe presumibilmente contratti alle aziende italiane per l’aggiornamento di equipaggiamenti e dotazioni. Nei mesi scorsi il Parlamento ha bocciato la proposta di consentire alla Difesa cessioni dirette di armamenti ad altri Paesi ma la norma, presentata all’interno della legge di riforma dello strumento militare, verrà riproposta secondo quanto riferito in una recente intervista dal generale Claudio Debertolis, alla testa di Segredifesa.

Fonte www.ilsole24ore.com

Foto: blindato Puma in Iraq nel 2006 (G. Gaiani)

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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