Missili anticarro e antiaerei per i ribelli siriani

Duecentocinquanta missili anti-carro sono stati trasferiti nella prima metà di giugno da un non meglio precisato Paese del Golfo ad alcune brigate fondamentaliste islamiche del variegato fronte ribelle siriano. Lo ha riferito  il 18 giugno il quotidiano panarabo saudita Asharq al Awsat, che cita ”una fonte dirigente dell’Esercito libero” (Esl). Il quotidiano precisa che il trasferimento di questo carico di armi è avvenuto nelle regioni di Aleppo, Idlib e Damasco, tramite la Turchia e con l’accordo degli Usa. Fonti ben informate contattate dall’Ansa non escludono che il Paese del Golfo autore dell’invio possa essere il Qatar. La fonte citata dal giornale saudita aggiunge dal canto suo che un centinaio di missili di origine russa Concours-M sono stati inviati alla brigata Ahrar ash Sham, nota per le sue tendenze jihadiste, vicina alla Jabhat an Nusra (gruppo legato ad al-Qaeda inserito dagli Usa nella lista nera delle sigle terroristiche) e che non fa parte dello Stato maggiore dell’Esl. La fonte afferma inoltre che la regione di Daraa, confinante con la Giordania, è rimasta esclusa dall’arrivo di questi missili. A livello politico la decisione sarebbe stata formalizzata al Cairo durante un recente incontro di sigle dell’islamismo politico. Oltre 40 missili dei 250 inviati in Siria hanno raggiunto la regione di Damasco e sono stati distribuiti a brigate che fanno parte del Fronte Meridionale – Stato maggiore dell’Esl. Altri sono stati inviati a brigate fondamentaliste della regione di Aleppo e Idlib non organiche dell’Esercito libero ma con esso alleate contro le forze di Bashar al-Assad. Negli stessi giorni si è diffusa la notizia che l’Arabia Saudita abbia inviato missili terra-aria portatili di origine europea. A riferirlo un rapporto classificato dell’intelligence di Berlino. Le nuove forniture dovrebbero aiutare i ribelli a fronteggiare meglio le attuali offensive governative.

L’emittente televisiva al-Arabiya ha reso noto che i ribelli dell’Esercito libero siriano hanno ricevuto un sistema missilistico di difesa aerea di fabbricazione russa.  La notizia segue le dichiarazioni del capo di Stato Maggiore del comando unificato dei ribelli, Salim Idriss, che in un’intervista alla stessa tv ha dichiarato che l’Esercito siriano libero ha ricevuto armi che possono “cambiare i rapporti di forza” sul campo di battaglia in Siria. Idriss aveva auspicato maggiore aiuto da parte dei Paesi stranieri per combattere le truppe governative siriane. ”Se riceveremo anche solo un po’ di sostegno con armi, continueremo a combattere ancora a lungo – aveva dichiarato – Ma se avremo abbastanza armi e addestramento, saremo ben organizzati e penso che avremo bisogno di sei mesi per rovesciare il regime” di Damasco.

Con fonti Ansa e Adnkronos

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