BERLINO PUNTA (DI NUOVO) SULLA POTENZA MILITARE
da Libero Quotidiano
La Germania non si accontenta più della leadership politica ed economica dell’Europa ma punta a conseguire anche un ruolo guida in campo militare. Il “nuovo corso” era stato preannunciato dal ministro della Difesa, Ursula van der Leyen, all’ultima conferenza internazionale sulla Sicurezza di Monaco ma è stato illustrato nei particolari dal Libro Bianco presentato mercoledì scorso a Berlino.
Il documento di 83 pagine, che ha un carattere più politico strategico che tecnico-militare, sottolinea come “la Germania è considerata sempre di più come un attore chiave in Europa, ha la responsabilità di contribuire a definire l’ordine del mondo in modo attivo” ed è pronta ad “assumersi le proprie responsabilità direttamente” affrontando le sfide “umanitarie e della sicurezza”.
Berlino archivia quindi 70 anni di sudditanza militare alla Nato per puntare a guidare un’Europa il più possibile integrata anche in campo militare. Non è forse un caso che il nuovo Libro Bianco (quello precedente risale al 2006) venga reso noto due settimane dopo il Brexit.
Londra ha sempre ostacolato la cosiddetta “Europa della Difesa” a vantaggio della Nato a guida anglo-americana ma l’uscita del Regno Unito di fatto rilancia l’ipotesi di un’identità militare comune auspicata pure da Francia e Italia.
“La nostra sicurezza si basa su una forte e impegnata Alleanza Atlantica così come su una Unione europea unita e resistente”, ha scritto Angela Merkel nella prefazione al Libro Bianco.
Le rinnovate ambizioni militari tedesche costituiscono l’ultimo passo di un processo iniziato nel 1994, quando la Bundeswehr (le forze armate di Berlino) vennero autorizzate a compiere missioni all’estero 40 anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Da allora i militari tedeschi sonio stati schierati in Somalia, Balcani, Africa, Afghanistan fino all’invio di aerei, istruttori e armi per i curdi nell’ambito della Coalizione contro l’Isis.
Oggi forze tedesche partecipano a 16 missioni internazionali in ambito Onu, Nato e Ue e il Libro Bianco conferma l’aumento dei fondi per la Difesa per acquisire nuovi mezzi e armi e potenziare gli organici.
Con i fondi aggiuntivi stanziati a maggio la Bundeswehr dispone quest’anno di un bilancio di 33 miliardi di euro (circa il doppio di quanto spende l’Italia. I militari in servizio saliranno in sei anni dagli attuali 177 mila, il livello più basso del dopoguerra, a 185 mila senza dimenticare che per compiti non operativi il ministero della Difesa impiega anche 56 mila civili.
L’inversione di tendenza nelle spese militari, dopo anni di riduzioni registrate in tutta Europa, interessa anche la Francia ma non l’Italia, ornai l’unico tra i grandi Paesi europei a continuare a tagliare l’apparato militare.
Il sindacato dei militari tedeschi aveva espresso il suo favore al potenziamento della Bundesweher mentre le associazioni d’arma sono invece contrarie al più rivoluzionario tra i cambiamenti contenuti nel Libro Bianco.
Il documento prevede infatti l’arruolamento anche di cittadini di altri Stati della Ue con il dichiarato duplice obiettivo di creare “integrazione” e “lanciare un forte segnale per un approccio europeo alla difesa”.
Per rendere più attrattiva la vita in uniforme il ministro van der Leyen aveva annunciato già nel gennaio scorso una serie di novità a favore dei militari e delle loro famiglie tra cui il lavoro part-time e la creazione di asili nelle caserme.
Il Libro Bianco garantisce inoltre moderni alloggi per il personale militare e le famiglie, addestramento e formazione continua, dotazioni hi-tech, migliori stipendi e l’accesso a una più ampia gamma di servizi sociali. Un “miraggio” di questi tempi per moltissimi cittadini della Ue. Considerato l’elevato livello retributivo e di benefit offerto dalla Bundeswehr è facile quindi prevedere l’afflusso di molti volontari da tutta Europa che garantirà a Berlino due vantaggi.
Quello tecnico di inquadrare il miglior personale militare (truppa, sottufficiali e ufficiali) che il Vecchio Continente possa esprimere e il vantaggio politico di trasformare la Bundeswehr in una forza militare realmente europea accentuando l’identificazione della Ue nella Germania e nella sua leadership.
Del resto, fatte le debite proporzioni e con tutti i distinguo che la Storia impone, tutte le volte che la Germania ha avuto ambizioni imperiali, prima col Kaiser e poi con il Terzo Reich, ha arruolato sotto le sue bandiere moltissimi stranieri. Come hanno fatto tutte le potenze imperialistiche dall’antichità ai giorni nostri.
Resta da vedere se il riarmo e le ambizioni di leadership militare della Germania avranno l’effetto di cementare la Ue o se invece finiranno per impaurire gli europei.
Foto: Bundeswehr, Isaf e DPA
Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.