La portaerei Cavour salpa per far "ripartire l’Italia”

E’ salpato ieri da Civitavecchia il 30° Gruppo Navale Cavour al comando dell’ammiraglio di divisione Paolo Treu che porterà in Africa e nel Golfo Arabico le eccellenze imprenditoriali italiane in 18 paesi. Il gruppo rimarrà in navigazione per 146 giorni ritornando a Taranto il 7 aprile 2014; in quasi cinque mesi sarà effettuato il periplo completo del continente africano attraverso il Canale di Suez e per fare rotta verso la penisola arabica per tornare in Italia attraverso lo Stretto di Gibilterra. Come già detto nella conferenza stampa tenutasi a Roma nella scorsa settimana, il Gruppo Navale sarà articolato su Nave Cavour, la fregata Bergamini della classe FREMM, dal pattugliatore Borsini della classe Comandanti e dalla nave di comando e supporto logistico Etna. Verranno raggiunte le località di Gedda in Arabia Saudita, Gibuti, Abu Dhabi, Mina Sulman in Bahrain, Shuwaikh in Kuwait, Ad Dawhah in Qatar, Mina Qabus in Oman, Dubayy negli Emirati, Mombasa in Kenya, Antseranana nella Baia di Diego Suarez in Madagascar, Maputo in Mozambico, Durban e Città del Capo in Sud Africa, Luanda in Angola, Pointe Noire in Congo, Lagos in Nigeria, Tema nel Ghana, Dakar nel Senegal, Casablanca nel Marocco, Algeri in Algeria ed infine rientrerà a Taranto.

Si tratta di una crociera di oltre 18mila miglia nautiche e che vedrà impegnati 1.200 membri di equipaggio di cui 100 donne; a bordo della Cavour è stato imbarcato un gruppo di volo con cinque AV-8B+, tre elicotteri AW.101 e un AB.212 e uomini della Brigata San Marco e specialisti del gruppo operativo subacquei del Comsubin. Compito della missione del 30° Gruppo Navale sarà quello non soltanto di promuovere le eccellenze del made in Italy ma anche quello di fornire assistenza umanitaria nei confronti delle popolazioni – a bordo sono presenti specialisti delle Onlus Francesca Rava e Operation Smile insieme a infermiere volontarie della Croce Rossa italiana –  e di portare a termine una serie di attività addestrative di sicurezza marittima con operazioni di lotta alla pirateria e protezione del traffico mercantile italiano, sostegno alle Marine dei paesi rivieraschi come cooperazione.

Questa importante campagna navale consentirà  anche di effettuare una serie di eventi addestrativi che vedrà le nostre unità operare con quelle di altre Marine alleate ed amiche come nel caso dei francesi con il gruppo incentrato sulla portaerei Charles De Gaulle e americane della 5^ Flotta. Nella conferenza stampa che si è svolta a Civitavecchia a bordo di nave Cavour sono stati tra l’altro forniti anche alcuni dati riguardanti le attività di stivaggio per dare un’idea della complessità da affrontare; sono stati imbarcati 30mila chili di pasta, 50mila di farina, 18mila di pomodori pelati, 27mila litri di acqua distribuiti in 54.000 bottigliette e 12mila litri di vino. Sono stati stivati frutta e verdura fresca e seimila razioni di emergenza; tutto quanto imbarcato permetterà alla Cavour di disporre di un’autonomia di circa un mese di navigazione con 800 persone a bordo (compresi oltre 500 membri dell’equipaggio). Oltre alle eccellenze imprenditoriali già elencate nel report del 5 novembre da rilevare anche quella della Blackshape, azienda leader nel mondo per la produzione di velivoli biposto in tandem ad elica integralmente realizzati in fibra di carbonio. Per la riuscita della missione è stata creata un’unica cabina di regia nella quale sono coinvolti tutti i partner della campagna navale.

I costi della missione è stato ribadito che sono a carico integralmente dei partner e che all’amministrazione statale rimangono solo i costi che comunque sarebbero stati erogati per i mesi in oggetto. Non sono ovviamente mancate le polemiche per chi ha ritenuto che l’operazione  fosse un’occasione per esportare eccellenza militare, non tenendo come si tratti di un’attività che oltre all’aspetto umanitario consente di svolgere quella addestrativa che sarebbe tutta a carico dei contribuenti: un modo innovativo per un’attività che storicamente fanno tutte le nazioni. Il capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ha poi voluto sottolineare come la missione si prefigga una attività prevalentemente umanitaria che riguarderà il 70% dell’intera campagna navale, “che non andiamo a vendere armi” e che la presenza di aziende della difesa risponde al concetto di “presentare eccellenze italiane che fanno parte di tutto il sistema Italia”.

In relazione all’intervista che De Giorgi aveva rilasciato a Repubblica Tv, l’ammiraglio ha ribadito ancora una volta di non essersi mai riferito ai poteri ed alle attività di sindacato ispettivo dei parlamentari e che in occasione della prossima audizione del 14 novembre davanti alle commissioni Difesa delle due Camere ribadirà ulteriormente il suo totale rispetto per le prerogative del Parlamento. L’ammiraglio Treu, al comando della squadra navale Cavour, ha sottolineato che si tratta di un’operazione “coraggiosa e ambiziosa”, che si “prefigge numerosi obbiettivi agendo sul concetto duale (dual use) delle nostre unità, strumenti multiruolo in grado di esprimere preziose capacità in attività militari e non”.

Federico CerrutiVedi tutti gli articoli

Nato a Roma, dove risiede e lavora, ha iniziato la sua carriera giornalistica nel 1965 con la rivista Oltre il Cielo occupandosi di spazio sia civile che militare e con la testata Ali Nuove. Nel 1971 ha iniziato a lavorare con Alata e dal 1979 con Difesa Oggi della quale divenne caporedattore lavorandovi fino al 1998. Ha collaborato con Rivista Aeronautica, il quotidiano Europa, il Centro Militare Studi Strategici (Cemiss) e svolto alcune attività con il SIOI. Dal 2001 è defence editor di Analisi Difesa.

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