Si dimette il presidente,tensione a Bangui
Le dimissioni del presidente ad interim del Centrafrica, Michel Djotodia, sono state salutate da scene di giubilo di migliaia di manifestanti nella capitale, Bangui. Lo scrive il sito di Le Monde, aggiungendo che almeno quattro blindati francesi hanno preso posizione vicino al palazzo presidenziale. Nelle vicinanze, ricorda il quotidiano francese, si trova il campo De Roux dove è alloggiata la guardia di Djotodia e si trovano numerose armi pesanti. Le forze francesi, dispiegate nell’ex colonia a partire dal 5 dicembre nell’ambito dell’operazione Sangaris, e quella della forza africana Misca sono oggi molto visibili a Bangui. Il ministro della Difesa francese Jean Yves le Drian ha intanto auspicato che Djotodia sia sostituito “a breve” con l’obiettivo di elezioni “entro la fine dell’anno”. L’annuncio delle dimissioni di Djotodia e del primo ministro Nicolas Tiangaye è giunto dal Ciad, nell’ambito di un vertice dei leader dei paesi della Comunita’ Economica degli Stati dell’Africa Centrale (Eccas) dedicato alla crisi in Centrafrica. Primo presidente musulmano del Centrafrica, Djotodia si era insediato nel marzo 2013 dopo che i ribelli Seleka hanno cacciato il presidente Francois Bozize, di religione cristiana.
Non è però riuscito a riportare pace e ordine nel paese, che è precipitato in una spirale di violenze degenerate in scontri fra i Seleka e milizie di autodifesa della maggioranza musulmana. Neanche la presenza di 3500 peacekeepers dell’Unione Africana e il dispiegamento di 1600 soldati francesi sono riusciti a riportare la calma. Da dicembre vi sono stati almeno mille morti e il numero di sfollati e’ salito a quasi mezzo milione. Nella Repubblica Centrafricana c’è urgente bisogno di aumentare il numero dei peacekeeper presenti nel Paese. Lo ha chiesto Amnesty International sottolineando che le dimissioni del presidente ad interim Michel Djotodia potrebbero comportare ulteriori rischi per la popolazione civile. “Più di un mese dopo il voto delle Nazioni Unite, nella Repubblica Centrafricana vi sono meno di 4.000 peacekeeper dell’Unione africana oltre ai 1.200 uomini francesi – ha dichiarato Joanne Mariner, alta consulente di Amnesty International per la risposta alle crisi.
Nel frattempo, sono morte oltre 1.000 persone e centinaia di migliaia di civili sono intrappolati nei campi per gli sfollati e hanno troppa paura per tornare a casa”. La responsabile dell’organizzazione per i diritti umani ha poi aggiunto che dopo le dimissioni di Djotodia potrebbero verificarsi “attacchi a scopo di vendetta da parte delle milizie cristiane anti-balaka contro la comunità musulmana e le forze musulmane ex-Seleka, a loro volta, pesantemente armate, potrebbero causare un’ulteriore aumento della violenza.
Immagini: EMA – Ministero Difesa francese
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