Distrutti i resti dell'arsenale chimico libico
Entro fine giugno dovrebbe completarsi l’intera operazione per distruggere l’arsenale siriano di sostanze chimiche. Intanto in tutto segreto la scorsa settimana si è concluso in Libia un programma simile sostenuto dagli Usa. Lo scrive il New York Times, secondo cui negli ultimi tre mesi Usa e Libia hanno distrutto quello che è stato descritto come ciò che restava dell’arsenale di armi chimiche di Muammar Gheddafi. Per l’operazione di distruzione di centinaia di bombe e colpi di artiglieria imbottiti di iprite è stata scelta la tecnologia dell’incenerimento in ‘forni’, che produce reflui gassosi da ‘filtrare’ per evitare effetti dannosi. Dallo scorso novembre, contractor libici addestrati in Germania e Svezia hanno lavorato in un luogo superprotetto nel deserto libico a circa 640 chilometri a sudest di Tripoli per portare a termine l’operazione. L’ultimo colpo di artiglieria, secondo le fonti del Nyt, è stato distrutto lo scorso 26 gennaio. Per Paul F. Walker, esperto di armamenti dell’organizzazione Green Cross International, si tratta di una ”grande svolta”.
”Anche se l’arsenale chimico della Libia era relativamente ridotto, l’operazione di distruzione è stata molto complessa a causa del clima, della geografia e – ha detto – soprattutto perché si tratta di una zona pericolosa con le tribù in guerra tra loro e quindi con un aumento del rischio di furto e sabotaggi”. Nel 2004 il regime di Gheddafi aveva denunciato il possesso di oltre 24 tonnellate di iprite, che se utilizzata in bombe o munizioni di artiglieria provoca esplosioni che creano una nube tossica con gli agenti in grado di penetrare anche sotto i vestiti e causare ustioni e morti. La distruzione dell’arsenale libico era già stata avviata nel 2011, dopo lo scoppio della rivoluzione contro il regime di Gheddafi. Poi nel novembre 2011 e nel febbraio successivo le autorità della nuova Libia hanno annunciato la scoperta di due nuovi depositi di armamenti carichi di iprite, che non erano stati dichiarati dal regime di Gheddafi. Parte di queste armi, secondo alcuine fonti, potrebberto essere finite nelle mani dei ribelli siriani.
con fonte Adnkronos
Foto: US DoD
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