Presto operativo il comando russo per l'Artico
Per proteggere gli interessi russi nella regione artica, il Cremlino ha deciso di creare entro il 2015 un nuovo comando strategico regionale. La notizia, pubblicata da RIA Novosti, è stata diramata dai vertici militari dello Stato Maggiore russo, che ai microfoni dell’agenzia di stampa moscovita hanno inoltre dichiarato che il “nuovo comado comprenderà la Flotta del Nord, le brigate artiche di fanteria, le forze aeree e le unità di difesa aerea”. Le unità dipendenti dal Comando Strategico della Flotta Unificata del Nord, questo il nome della struttura, avranno il compito di proteggere le attività delle compagnie di trivellazione, le rotte mercantili e le attività dei pescherecci e difendere i confini settentrionali del Paese; la struttura militare sarà guidata dal Comandante della Flotta del Nord – posto attualmente ricoperto dall’Ammiraglio Vladimir Korolev – che risponderà direttamente al ministro della Difesa. Seguendo le direttive del Cremlino, le Forze armate hanno già annunciato la riaperture di alcune basi sovietiche chiuse nei primi anni novanta: l’obbiettivo è completare entro il 2014 lo sviluppo di tutte le infrastrutture necessarie a garantire un’adeguata presenza militare all’interno del circolo polare artico.
Tre i punti principali del programma: rendere operativo il radar “early warning missile” in costruzione presso la città di Vorkuta, un sistema Voronezh-DM (range 6.000 km) che andrà a far parte della rete di difesa anti-missili prevista per il 2018; procedere nella riattivazione dei siti militari presenti nelle Isole della Nuova Siberia e nell’Arcipelago Terra di Francesco Giuseppe, il più a nord del continente Euroasiatico; riaprire almeno sette piste d’atterraggio nella zona artica della Russia. Intanto, in attesa che il Comando Strategico della Flotta Unificata del Nord diventi operativo, le Forze strategiche hanno già riaperto la base dell’isola di Kotelny e il Cremlino ha inviato in area di operazioni un contingente navale guidato dall’incrociatore nucleare laciamissili Pyotr Veliky e dalle grandi navi d’assalto Olenegorsky Gornyak e Kondopoga; il compito del convoglio è quello di pattugliare il Mare di Laptev e il Mare della Siberia orientale. Per finanziare il progetto la Russia ha previsto entro il 2020 lo stanziamento di almeno US$ 63 miliardi, metà dei quali dovrebbero essere a carico delle compagnie private coinvolte nel programma di sfruttamento dei giacimenti off-shore.
RedazioneVedi tutti gli articoli
La redazione di Analisi Difesa cura la selezione di notizie provenienti da agenzie, media e uffici stampa.