Nuovi mezzi corazzati cinesi per l'export
da Pechino, Andrea Ghiselli
Sebbene la Cina sia ancora dipendente dalla Russia o dallo spionaggio industriale per lo sviluppo dei componenti militari più avanzati la sua industria della Difesa sostiene di produrre mezzi da combattimento terrestri con prestazioni simili a quelli occidentali, ma a prezzi più bassi. Nel catalogo dei mezzi militari per il mercato estero è da poco comparsa la versione aggiornata del MBT-3000 (nelle foto). Questo carro nato negli anni 90’ ha subito un profondo lavoro di ammodernamento da parte dal colosso statale dell’industria della Difesa cinese Norinco. che ha presentato anche lo ST-1, un mezzo blindato ruotato controcarro. L’impegno cinese di promuovere il proprio export militare naviga anche sott’acqua. Secondo il Centre for Analysis of World Arms Trade, un importante centro di ricerca russo, quest’anno dovrebbe concretizzarsi l’acquisto di sei sottomarini a propulsione tradizionale classe Yuan da parte del Pakistan. Già nel marzo 2011 Pechino aveva manifestato la propria disponibilità a vendere questi mezzi al Pakistan, ma disaccordi sulle modalità di pagamento avevano ostacolato la conclusione dell’affare.
Se come sembra le due parti hanno trovato una soluzione al problema, le sei unità cinesi andrebbero ad affiancare e sostituire i cinque sottomarini francesi in servizio dopo che nel 2009 l’acquisto di tre sottomarini Type 214 tedeschi da parte del Pakistan era stato bloccato sempre per problemi di pagamento. La Cina si è anche impegnata a prestare al Pakistan una grossa somma di denaro per la costruzione di due centrali nucleari e l’acquisto dei pezzi di ricambio necessari. Secondo il SIPRI, la Cina nel 2013 ha scalzato la Gran Bretagna come quinto maggiore esportatore di sistemi d’arma al mondo registrando una crescita del 17% dal 2002 e la vendita di dei sottomarini si inserirebbe in un mercato, quello asiatico, in grande espansione. Inoltre, per rendere ancora più competitive le proprie offerte, Pechino spesso le inserisce all’interno di pacchetti di aiuto economico e tecnologico di ampio respiro. Iniziative che puntano a soddisfare soprattutto Paesi dalle limitate risorse finanziarie e/o invisi all’Occidente, ma desiderosi di potenziare le proprie forze armate.
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